IMAGiNE, cinque anni per il leader della condivisione

IMAGiNE, cinque anni per il leader della condivisione

Mano pesante su Jeremiah Perkins, a capo della comunità di releaser che ha tolto il sonno all'associazione dei produttori cinematografici negli States
Mano pesante su Jeremiah Perkins, a capo della comunità di releaser che ha tolto il sonno all'associazione dei produttori cinematografici negli States

Al cospetto di un giudice distrettuale di Norfolk, Jeramiah Perkins è stato condannato a cinque anni di prigione per associazionismo criminoso nella violazione massiva del copyright . Tra i cinque operatori della crew di IMAGiNE, Perkins dovrà risarcire con 15mila dollari la Motion Picture Association of America (MPAA), l’associazione dei produttori cinematografici che aveva chiesto l’intervento delle autorità federali a stelle e strisce.

Alla fine del 2011, la comunità di releaser IMAGiNE staccava definitivamente la spina al suo principale tracker privato UnleashTheNet , gestito in prima persona da Perkins. Un giudice della Virginia aveva già quantificato le condanne per il 57enne Willie Lambert, insieme al giovane Sean Lovelady. Un totale di 58 mesi di carcere – 30 per Lambert e 28 per Lovelady – con i successivi tre anni in stato di libertà vigilata.

Ad oggi , la mano più pesante si abbattuta su Perkins, che oltre ai cinque anni di carcere dovrà scontarne altri tre in libertà vigilata, con l’espresso divieto di accedere a qualsiasi dispositivo capace di scambiare file protetti dal diritto d’autore . Stando ai dati forniti dagli inquirenti, la comunità di IMAGiNE avrebbe contribuito a condividere il 41 per cento di tutti i film pirata in lingua inglese circolanti dal settembre 2009 a quello del 2011.

Tra le accuse contro Perkins, le attività di registrazione del dominio di IMAGiNE oltre che quelle più tecniche di cifratura e gestione dei vari account . L’admin ha poi aperto un conto PayPal per ricevere le donazioni da parte dei membri della community legata al tracker privato UnleashTheNet . In altre parole, avrebbe agito come un vero e proprio CEO del gruppo. La sentenza per il quinto socio Gregory Cherwonik è attesa per i prossimi mesi del 2013.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
7 gen 2013
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