Il raggio traente è microscopico

Il raggio traente è microscopico

Un nuovo esperimento riafferma la possibilità di realizzare un dispositivo basato sulle proprietà dello spettro elettromagnetico. E questa volta si entra nello specifico delle applicazioni pratiche. Mediche, soprattutto
Un nuovo esperimento riafferma la possibilità di realizzare un dispositivo basato sulle proprietà dello spettro elettromagnetico. E questa volta si entra nello specifico delle applicazioni pratiche. Mediche, soprattutto

Che i ricercatori di ogni parte del mondo stiano tentando di sviluppare un raggio traente basato sulle radiazioni luminose non è più una novità , e il nuovo lavoro di un team di ricerca internazionale conferma la fattibilità di questo genere di tecnologia per di più indicando le applicazioni pratiche più adatte a sfruttarla.

Frutto del lavoro di scienziati scozzesi e della Repubblica Ceca, lo studio sperimentale in oggetto descrive la scoperta e l’applicazione di una forza elettromagnetica “negativa” in grado di influenzare particelle di piccole dimensioni, e addirittura di “scegliere” il tipo di particella su cui esercitare la forza di trazione. Se in condizioni comuni il fenomeno che si osserva più spesso è una interazione come quella del Vento Solare, ovvero l’interazione di un flusso di protoni ed elettroni generato dalla corona solare che attraversa il nostro sistema e genera ad esempio la coda delle comete (in direzione opposta al Sole stesso), in questo caso l’obiettivo è creare un meccanismo inverso.

La novità del recente studio internazionale – pubblicato su Nature – è appunto l’individuazione di un modo per “invertire” questa forza repulsiva trasformandola in un raggio traente, una forza che si comporta in maniera molto specifica in relazione alle proprietà dell’oggetto (dimensioni e composizione).

Grazie a queste caratteristiche, il micro-raggio traente dovrebbe essere facile da integrare in strumenti di ridotte dimensioni capace di “organizzare” e manipolare cellule, macromolecole e particelle. Non bastasse questo, i ricercatori prevedono l’applicazione dei principi da loro scoperti in studi futuri esterni al campo di origine (fotonica).

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 29 gen 2013
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