Sono finalmente arrivati a un punto di svolta i dibattiti sulle nuove professioni del web , profili di lavoratori esperti nei singoli ambiti della Rete moderna stilati dalla sezione italiana della International Webmasters Association (IWA) in pieno rispetto degli standard europei (“Generation 3 European ICT Profiles”) e dei dettagli della Agenda Digitale .
La versione 1.0 del documento sulle competenze per il Web “3.0” è online (PDF) , e comprende le seguenti 21 figure professionali: Community Manager, Web Project Manager, Web Account Manager, User Experience Designer, Business Analyst, DB Administrator, Search Engine Expert, Advertising Manager, Frontend Web Developer, Server Side Web Developer, Web Content Specialist, Web Server Administrator, Information Architect, Digital Strategic Planner, Web Accessibility Expert, Web Security Expert, Mobile Application Developer, E-commerce Specialist, Online Store Manager, Reputation Manager, Knowledge Manager.
Il documento è frutto del lavoro del gruppo Web Skills Profiles organizzato da IWA Italy e gestito dal vice-presidente Pasquale Popolizio, e ha visto la partecipazione di più di 200 professionisti, enti e associazioni attive nel settore telematico.
Scopo dichiarato del lavoro di profilazione/standardizzazione è “supportare il corretto riconoscimento delle professionalità elencate come profili professionali per il Web da parte degli attori che agiscono sul mercato nel settore degli skill ICT”, un supporto che dovrebbe servire in particolare a manager, responsabili delle risorse umane, direttori degli Uffici Acquisti e più in generale ai professionisti dell’IT.
“Siamo entusiasti del lavoro svolto dai professionisti coinvolti nelle attività di normazione – ha dichiarato il presidente di Iwa Italy Roberto Scano – ed auspichiamo che altre realtà operanti nel settore Ict adeguino i loro profili professionali al nuovo standard di riferimento definito dal Cen “.
E se il “primo passo” è stato fatto, molto ancora resta da fare per garantire il giusto riconoscimento alle diverse (in taluni casi diversissime) professionalità del Web: “ora è necessario provvedere alla localizzazione in diverse lingue del documento normativo grazie al supporto della rete internazionale di Iwa/Hwg”, dice ancora Scano, ed è necessario incentivare il recepimento dei “modelli di catalogazione formativi secondo gli standard europei. In tal senso, gli istituti tecnici dovrebbero favorire “la nascita di percorsi di qualificazione professionale specifici dell’ambito Ict” a partire dalle nuove professioni che prenderanno il posto della arcaica e onnicomprensiva definizione di “webmaster”.
Alfonso Maruccia