L'Internet che risparmia è italiana

L'Internet che risparmia è italiana

Dall'Università di Catania, una ricerca che promette risparmi energetici sostanziosi, con una conversione "green" che mira a coinvolgere l'intera infrastruttura della Rete
Dall'Università di Catania, una ricerca che promette risparmi energetici sostanziosi, con una conversione "green" che mira a coinvolgere l'intera infrastruttura della Rete

Diego Reforgiato Recupero, ricercatore presso il Dipartimento di ingegneria elettrica, elettronica e informatica dell’Università di Catania, ha intenzione di trasformare l’enorme mole infrastrutturale di Internet in una tecnologia “green” capace di risparmiare grandemente sull’energia elettrica necessaria al suo funzionamento.

Il lavoro del ricercatore parte dal presupposto che l’idea originaria di Internet non fosse pensata per un livello di estensione e proliferazione come quello attuale: piuttosto che pensare al risparmio energetico, i primi pionieri della rete telematica mondiale si sono limitati a tenere in considerazione la Qualità di Servizio .

Il problema sorge quando la rete si espande a dismisura, spiega Recupero, i nuovi servizi telematici spuntano come funghi (“cloud”, “web app”, Internet delle cose e chi più ne ha più ne metta) e il consumo energetico non può che crescere in maniera direttamente proporzionale al numero di utenti e attori che fanno parte del moderno scenario telematico.

L’obiettivo del ricercatore – che è passato dall’Università alla creazione di una start-up che collabora con Telecom Italia – è dunque quello di ridurre in maniera sensibile il summenzionato consumo energetico, una riduzione che mira a risparmiare “fino all’80 per cento” dell’energia “senza mettere a repentaglio la qualità delle connessioni”.

Per raggiungere un tale, ambizioso obiettivo Recupero e collaboratori usano due diverse strategie: la prima, di “power scaling”, mira a regolare la frequenza del processore centrale dell’apparato che si occupa della rete (router in primis) in relazione al traffico dati complessivo, mentre la seconda (“smart standby”) spegne i componenti secondari non utilizzati delle interfacce di rete quando il loro contributo non è richiesto.

Il lavoro del ricercatore catanese ha dato vita a R2MSolution , società di consulenza con sedi a Pavia e Catania che mira a realizzare il “sogno americano” in Italia e a raggiungere – con gli apparati telematici “green” basati su power scaling e smart standby – ricavi per 1 milione di dollari entro il 2015.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
2 apr 2013
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