Bambini localizzati via telefonino

Bambini localizzati via telefonino

Controllare i minori sapendo dove sono i loro cellulari, che lo vogliano o meno. Questo il succo di una legge proposta in Finlandia. Polemiche in Gran Bretagna. In Italia si fa muro
Controllare i minori sapendo dove sono i loro cellulari, che lo vogliano o meno. Questo il succo di una legge proposta in Finlandia. Polemiche in Gran Bretagna. In Italia si fa muro


Roma – Sfruttare le nuove tecnologie di rilevazione della posizione di un utente GSM per tenere sott’occhio in qualsiasi momento gli spostamenti dei minori, che loro lo vogliano o meno. Questo il profilo essenziale di una legge che verrà discussa a novembre in Finlandia, una legge che, com’è prevedibile, sta suscitando le più diverse reazioni.

L’idea, contenuta in una revisione della attuale legge sulla privacy finlandese, sarebbe, secondo i suoi sostenitori, del tutto compatibile con la direttiva europea sulle comunicazioni elettroniche.

Il progetto prevede per chi ha più di 15 anni la possibilità di dare il proprio consenso ad un monitoraggio dei propri spostamenti mentre per i giovani sotto i 15 anni, non ci saranno alternative. In caso di emergenza, o quando le autorità ritengano che sia necessario ai fini della sicurezza, le tecnologie di tracking dei cellulari potranno essere utilizzate anche senza il consenso del monitorato .

“Leggi di questo tipo – ha sostenuto un funzionario del Governo finlandese favorevole al progetto, intervistato dalla Reuters – diverranno presto realtà all’interno dell’Unione Europea”. A suo dire saranno molti i paesi che seguiranno l’esempio finlandese, improntato, secondo il funzionario, a garantire maggiore sicurezza ai minori.

Va detto che in Finlandia gli operatori locali già offrono servizi commerciali basati sulla possibilità di localizzare l’utente con una precisione che può arrivare anche a soli 100 metri.

Ma proprio questo genere di servizi sta invece suscitando un vespaio nel Regno Unito . Gli operatori del paese, infatti, sono tutti sul punto di lanciare servizi di localizzazione le cui caratteristiche non sono ancora del tutto note. Appare comunque difficile che le autorità regolamentari britanniche consentano l’attivazione di un sistema di monitoraggio che non richieda il consenso preventivo dell’utente. E proprio le questioni di privacy, peraltro, hanno fin qui indotto gli operatori italiani a non lanciarsi nel settore. D’altra parte qui in Italia il Garante per la privacy Stefano Rodotà ha già avuto modo di esprimere perplessità verso questo genere di servizi.

Quanti paesi seguiranno l’esempio finlandese?

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Pubblicato il
21 ott 2003
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