Garante Privacy vieta email del Movimento 5 Stelle

Garante Privacy vieta email del Movimento 5 Stelle

Divieto assoluto di trattamento per le email rilasciate dai cosiddetti "hacker del PD". Chi ha scaricato le missive dovrà cancellarle
Divieto assoluto di trattamento per le email rilasciate dai cosiddetti "hacker del PD". Chi ha scaricato le missive dovrà cancellarle

Il Garante per la protezione dei dati personali è intervenuto ufficialmente , dopo il primo monito , nella questione delle email degli attivisti del Movimento 5 Stelle diffuse al pubblico da uno o più persone sotto lo pseudonimo “hacker del PD”: con un provvedimento, il n.229 del 6 maggio 2013 , ha disposto il divieto di trattamento per il contenuto delle caselle di posta . In pratica, chiunque dovesse distribuire o rendere noto il contenuto di suddette caselle si esporrebbe a una violazione del Codice di protezione dei dati personali, con tutto ciò che ne consegue.

“L’attività compiuta a danno dei deputati configura, innanzitutto, una grave violazione di un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione, quello alla segretezza della corrispondenza e delle comunicazioni di ogni cittadino – spiega il Garante in una nota – aggravato in questo caso dal fatto che ad essere stata violata è la corrispondenza di membri del Parlamento, tutelati da specifiche disposizioni costituzionali. L’attività posta in essere dagli hacker, oltre che una responsabilità di natura penale (art. 616 e seguenti del codice penale) (…) ha comportato una violazione del Codice privacy per quanto attiene a tutte le informazioni contenute nella corrispondenza che sono state diffuse all’insaputa e contro la volontà degli interessati”.

Il Garante ha dunque sancito che ogni ulteriore manipolazione di queste informazioni esporrebbe chiunque, giornalisti compresi, al pieno rigore della legge: non si potrà fare alcun riferimento diretto o indiretto al loro contenuto, non si potrà ovviamente neppure diffonderne stralci o materiale allegato. Chi fosse già in possesso degli archivi delle caselle in questione dovrà eliminarli dal proprio hard disk . “Il mancato rispetto delle prescrizioni del Garante espone a sanzioni amministrative e penali”, conclude il comunicato. ( L.A. )

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Pubblicato il
7 mag 2013
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