Operazione Tango Down, Anonymous italiani in manette

Operazione Tango Down, Anonymous italiani in manette

La Polizia Postale ha individuato quattro presunti "leader" della divisiona tricolore del movimento. Perquisizioni a pioggia in tutta Italia. Si attendono ulteriori dettagli
La Polizia Postale ha individuato quattro presunti "leader" della divisiona tricolore del movimento. Perquisizioni a pioggia in tutta Italia. Si attendono ulteriori dettagli

Coordinata dalla Procura di Roma, l’operazione Tango Down avrebbe abbattuto il nemico hacktivista, con un’ondata di arresti e perquisizioni in numerose città italiane. Gli ufficiali del Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (CNAIPIC) della Polizia Postale e delle Comunicazioni hanno infatti condotto una guerra lampo contro la divisione italiana del celebre collettivo di cyberdissidenti Anonymous .

Nei dettagli circolati questa mattina, gli agenti della Postale avrebbero smantellato la più nota organizzazione di pirati informatici, responsabile di svariate offensive cibernetiche contro i siti del Vaticano, del Governo, della Polizia Postale stessa. Sarebbero in corso decine di perquisizioni in tutta Italia, da Roma a Lecce. Gli agenti avrebbero inoltre arrestato quattro persone indicate come il vertice locale di Anonymous .

Secondo gli investigatori, i quattro personaggi arrestati avrebbero sfruttato il marchio anonimo non soltanto per perseguire le istanze del movimento, ma anche per fini esclusivamente personali. In particolare i quattro provengono da tutta Italia (G.P. di 34 anni di Lecce, S.L. di 28 anni di Venezia, J.R. 25 anni di Torino e il più giovane L.L. di 20 anni di Bologna), ma ci sarebbero anche altri sei denunciati a piede libero. L’ ipotesi di associazione a delinquere lascia intendere che le azioni svolte sotto il vessillo di Anonymous avessero in realtà scopi di profitto anche economico del tutto estranei a qualsiasi motivazione hacktivista.

Per ora, nessun commento ufficiale è stato rilasciato dai “responsabili” del movimento hacktivista dai suoi vari canali digitali, alcuni dei quali fermi da mesi . Le uniche reazioni provengono dall’hashtag #freeanons , che rilancia la questione della libertà di espressione e del ruolo moralizzatore svolto dagli hacktivisti che urlano “il re è nudo” tramite la diffusione di informazioni riservate imbarazzanti.

Prendendo a prestito la stessa etichetta delle scorribande hacker, tuttavia, gli agenti della Postale avrebbero smascherato e smantellato un’associazione a delinquere formata da esperti informatici, non necessariamente legata al più celebre movimento anonimo. L’organizzazione tricolore avrebbe messo in atto numerosi attacchi nei confronti dei sistemi informatici di infrastrutture critiche, siti istituzionali ed importanti aziende , non tutti da mettere in relazione con le azioni dimostrative e di protesta di Anonymous.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
17 mag 2013
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