Privacy europea e disinformazione

Privacy europea e disinformazione

Ne parla un lettore, secondo cui sulla Direttiva europea che prevede l'opt-in la stampa nazionale ha creato non poca disinformazione. Una situazione generalizzata? I link per approfondire
Ne parla un lettore, secondo cui sulla Direttiva europea che prevede l'opt-in la stampa nazionale ha creato non poca disinformazione. Una situazione generalizzata? I link per approfondire


Roma – Gentile redazione di Punto Informatico, vi seguo tutti i giorni e so che siete in prima fila nel parlare e combattere il fenomeno dello Spam. In questi giorni i paesi dell’Unione Europea stanno completando la ratifica della Direttiva sulla Privacy e le Comunicazioni elettroniche, la 2002/58/EC, che l’Italia ha già fatto propria. E’ quella famosa direttiva di cui avete lungamente parlato e che si occupa di Spam e di Privacy.

Vi scrivo non tanto per ripetere cose che già sappiamo tutti, cioè che il sistema dell’opt-in scelto dalla Direttiva è l’unico che sia compatibile con la lotta allo spam. Né per prendermela per l’ennesima volta con i tantissimi che spediscono un messaggio chiedendo scusa e iscrivendoti a tutt’oggi alle loro mailing list più o meno utili. Vi scrivo perché la stampa nazionale ha parlato della Direttiva come della fine dello spam.

Chiunque abbia letto i giornali in questi giorni, infatti, avrà letto anche dichiarazioni che sarebbero estremamente esaltanti se rispecchiassero la situazione reale. Su una testata a tiratura nazionale ho letto che da oggi lo spam è sconfitto, è sconfitto chi scrive virus e che per Internet si apre una nuova era. Sono ansioso di aprire domani la mia posta e vedere se sia vero…

Non solo tutto ciò è ridicolo, perché non basta certo una Direttiva europea a togliere di mezzo un fenomeno globale che dall’America all’Asia non conosce soluzione di continuità, ma anche ci sono altri temi, invece assolutamente fondamentali, toccati dalla Direttiva. Parlo in particolare delle linee guida che tutelano la riservatezza della comunicazione e dei dati del traffico Internet, quelle che limitano i mezzi di intercettazione elettronica e che impongono agli Stati membri leggi adeguate per la conservazione dei dati degli operatori Internet, avendo il buon senso come limite.

Insomma la mia impressione è che ancora una volta grazie alla stampa generalista non si sia capito nulla della Direttiva e che domani tutti saranno sorpresi quando vedranno le proprie mailbox piene di Spam, senza peraltro conoscere i propri “diritti digitali”.

Cordiali saluti,

Alberto Rosi
(Alessandria)

Caro Alberto
lungi da me voler giustificare la stampa generalista che ha più volte contribuito a dare della rete e della tecnologia un’immagine che nulla a che vedere con la realtà dei fatti ma non mi sembra che tutti l’abbiano messa nei termini che descrivi. Ho letto anche (pochi) articoli autorevoli che mettevano in evidenza i problemi e gli scontri sulla data retention o quelli legati all’estensione di certi poteri di indagine elettronica.
E’ certamente auspicabile una stampa nazionale più attenta a quel che scrive ma, almeno in questo caso, se qualcuno ha disinformato ci si può augurare che non abbia fatto troppi danni.
Sull’argomento, comunque, segnalo che è possibile leggere la Direttiva (file.pdf) su questa pagina mentre l’associazione per la difesa della Privacy EPIC ha da tempo pubblicato un autorevole punto della situazione .

A presto, Lamberto Assenti

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Pubblicato il
3 nov 2003
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