Chi il porno ferisce di porno perisce

Chi il porno ferisce di porno perisce

Prima che la Rete britannica venga castrata dai filtri antiporno, un rigurgito hacker sul sito della apprensiva sostenitrice di uno stato tutore della morale. Scandalizzata, mostra di avere le idee poco chiare sul funzionamento dei link
Prima che la Rete britannica venga castrata dai filtri antiporno, un rigurgito hacker sul sito della apprensiva sostenitrice di uno stato tutore della morale. Scandalizzata, mostra di avere le idee poco chiare sul funzionamento dei link

L’indignazione ha accecato la parlamentare Claire Perry, in prima linea nel rilancio di un Regno Unito ripulito dal porno a favore di tutti i cittadini, ad eccezione di coloro che si vogliano esporre chiedendo al proprio provider di aprire le cateratte per tornare a far fluire i contenuti inopportuni. Il suo sito, nel quale ora è tornato a campeggiare il plauso al recente annuncio del Primo Ministro Cameron in materia di filtri antiporno , è stato violato, imbrattato con del materiale osceno.

A catturare un brandello del sito violato (un semplice, beffardo screenshot), il noto blogger Guido Fawkes.


Perry non esita a gridare allo scandalo: il blogger avrebbe “ospitato un link capace di distribuire porno attraverso il mio sito”. E l’intera operazione di defacement, Perry lo cinguetta con sicurezza, sarebbe stata sponsorizzata dallo stesso Fawkes. La differenza tra uno screenshot e un link , che Fawkes assicura di non aver postato, pare non essere chiara alla parlamentare che è stata la prima relatrice della proposta che cambierà volto alla Rete del Regno Unito.


Lo scambio di battute tra Perry e Fawkes è fiammeggiante. Il blogger consulta i propri lettori: ci sarebbero tutti gli estremi per la denuncia per diffamazione . I lettori, aizzati, si esprimono affinché Fawkes adisca le vie legali.

Quella condotta sul sito della parlamentare è una intrusione che ha dell’ironico, a pochi giorni dal discorso di Cameron, che chiamava a raccolta tutti gli smanettoni britannici invitandoli a prestarsi per risolvere gli evidenti problemi di implementazione di un sistema di castrazione della Rete la cui responsabilità di sviluppo e gestione ricadrà sui fornitori di connettività e sugli operatori del Web.

Gaia Bottà

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Pubblicato il 25 lug 2013
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