Il telescopio Kepler va in pensione

Il telescopio Kepler va in pensione

Il cacciatore di esopianeti costretto ad abbandonare anzitempo la sua missione a causa di un guasto impossibile da riparare. Ma i dati raccolti fin qui sono eccezionali
Il cacciatore di esopianeti costretto ad abbandonare anzitempo la sua missione a causa di un guasto impossibile da riparare. Ma i dati raccolti fin qui sono eccezionali

NASA annuncia la fine dei giochi per Kepler, il telescopio spaziale lanciato in orbita più di 4 anni fa con la missione di scandagliare lo spazio esterno alla ricerca di pianeti abitabili o comunque dotati di caratteristiche simili alla Terra.

telescopio kepler

Una missione, quella di cacciare gli esopianeti e le “super-Terre” in viaggio per il cosmo, che Kepler ha svolto con successo grazie al suo specchio da oltre 1,3 metri, la fotocamera da 95 megapixel e al sistema di stabilizzazione in grado di fornire al telescopio la precisione necessaria per l’individuazione degli esopianeti.

Il progressivo malfunzionamento di quest’ultimo sistema tuttavia , basato su quattro dispositivi simili a giroscopi (tre più uno di ridondanza) è stato appunto il motivo per cui la caccia agli esopianeti era ferma da mesi, periodo temporale nel quale gli ingegneri NASA hanno provato a riallineare la macchina ma senza alcun risultato pratico: tre dei giroscopi hanno smesso di funzionare correttamente, rendendo impossibile il funzionamento del sistema.

Kepler non potrà dunque più servire per analizzare lo spazio alla scoperta di nuovi pianeti in orbita attorno alle innumerevoli stelle della Via Lattea, e ora gli scienziati NASA dovranno stabilire come riciclare il telescopio per scopi secondari che non necessitino del perfetto funzionamento della stabilizzazione non più efficiente.

La missione principale di Kepler è terminata, e i sorprendenti risultati che ne sono scaturiti e ne scaturiranno nel prossimo futuro sono lì a dimostrare quanto riuscita sia stata la caccia del telescopio orbitante: in attesa che le nuove missioni NASA ( Transiting Exoplanet Survey Satellite nel 2017 e James Webb Space Telescope nel 2018) continuino a cercare nuovi pianeti, Kepler ha confermato l’esistenza di 132 esopianeti mai scoperti prima e ha raccolto terabyte di dati su 3.000 possibili candidati. Il cambio di prospettiva scaturito da tali scoperte resta un risultato dalla portata storica , sebbene sia solo una frazione del lavoro che Kepler avrebbe dovuto portare a termine.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 19 ago 2013
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