Ultimi aggiornamenti alle policy social sulle attività di raccolta e sfruttamento dei dati personali di oltre un miliardo di utenti in blu, con la revisione dei documenti legali nello statement of rights and responsibilities di Facebook. Dopo la pace da 20 milioni di dollari per risarcire i profili finiti nelle grinfie della condivisione pubblicitaria inconsapevole, la piattaforma di Menlo Park ha deciso di chiarire alcuni punti nella gestione della sua governance .
In particolare , i responsabili dell’azienda di Menlo Park hanno modificato il pacchetto di spiegazioni sul trattamento di alcune informazioni personali – nomi completi, immagini profilo così come i contenuti caricati da ciascun utente – che possono essere sfruttate dallo stesso sito in blu in connessione con le sue inserzioni o contenuti commerciali . “Abbiamo apportato tale modifica per assicurarci che gli utenti sappiano chiaramente che, usando i nostri servizi, concedono a Facebook l’autorizzazione a fare tale uso delle loro informazioni”, si legge in un post apparso sul governance site del social network californiano.
In vigore dalla fine della prossima settimana, l’aggiornamento alle policy in blu terrà conto di eventuali feedback e commenti da parte degli stessi utenti, che comunque non potranno bocciare le novità dopo l’abbandono dei meccanismi di votazione deciso dal gigante social. Con il nuovo pacchetto di policy, le informazioni appartenenti agli utenti di Facebook potranno essere visualizzate e sfruttate da una determinata azienda senza alcun obbligo di compensazione . Ai profili in blu sarà consentito selezionare una determinata audience per i contenuti personali: “rispetteremo la vostra scelta nello sfruttamento delle informazioni”, scrivono i responsabili di Facebook.
Ulteriori dettagli sullo sfruttamento delle foto profilo, che saranno soggette alla tecnologia di riconoscimento automatico dei volti per il suggerimento sotto forma di tag in altre immagini social . Sperimentata da tempo dal sito californiano, la feature ha già scatenato l’ira degli attivisti della privacy, dal momento che l’utente è costretto a disabilitarla manualmente. “L’obiettivo è spiegare più chiaramente le nostre policy sul trattamento dei contenuti e delle informazioni”, assicura Facebook. Il riconoscimento dei visi social servirebbe a migliorare il suggerimento di amici attraverso le gallery fotografiche.
Mauro Vecchio