Saucy Salamander, la prima Ubuntu ibrida

Saucy Salamander, la prima Ubuntu ibrida

La release 13.10 segna un passaggio importante per Canonical. È la prima versione ufficialmente compatibile anche con una lista ristretta di smartphone. E getta le basi per la convergenza futura
La release 13.10 segna un passaggio importante per Canonical. È la prima versione ufficialmente compatibile anche con una lista ristretta di smartphone. E getta le basi per la convergenza futura

Ubuntu 13.10 Saucy Salamander ha scelto lo stesso giorno di Windows 8.1 per debuttare: una decisione, quella presa da Canonical, che può essere vista come una banale coincidenza o come una fine strategia. Windows 8 per Microsoft doveva costituire il punto di incontro tra tablet e PC, mentre la Salamandra Ubuntu segue un percorso diverso : trasla l’esperienza utente tradizionale della distribuzione Linux su nuovi form-factor, a partire dagli smartphone e tablet della linea Nexus di Google. Si tratta comunque del primo piccolo passo di Canonical nel nuovo mondo mobile : tutto funziona, ma si tratta ancora di una sperimentazione.

ubuntu touch Ubuntu 13.10 non è una versione LTS, ovvero il suo ciclo di vita sarà di circa 9 mesi, trascorsi i quali sarà rimpiazzata da una nuova release: non per questo le novità scarseggiano, anzi, Canonical ha fatto parecchio per preparare il terreno alla prossima versione LTS che dovrà restare a bordo di PC per almeno un paio d’anni. Ma è soprattutto il mondo mobile ad essere al centro delle note di rilascio di questa Saucy Salamander , visto che è la prima volta che viene annunciata la piena compatibilità e funzionalità (o almeno: dovrebbe accendersi e funzionare tutto senza troppi patemi) su terminali mobile. Fallita la raccolta fondi per lo smartphone Ubuntu, Canonical si è concentrata sui prodotti Nexus : sono i terminali dal Nexus S in avanti e i tablet Nexus 7 e 10 a figurare nella breve lista di dispositivi supportati, anche se la community ha già sperimentato e preparato versioni capaci di funzionare su diverse decine di apparecchi diversi.

Sul lato mobile , fa senz’altro notizia il debutto di MIR, ovvero lo stack grafico sviluppato in casa da Canonical: il suo debutto è stato posticipato nella versione desktop, dove continuerà a essere supportato X almeno per ora (mentre Kubuntu, la versione KDE di Ubuntu, migrerà progressivamente verso il “rivale” Wayland), ma nella variante mobile (dove la legacy è pressoché inesistente) fa il suo debutto ufficiale già da questa release. Si tratta di un passaggio importante per Ubuntu, con cui Canonical spera di riuscire a tradurre su schermi di prodotti diversi (smartphone e tablet) la stessa esperienza utente e gli stessi strumenti già utilizzati su PC : in un certo senso i telefoni potrebbero costituire un invito a provare Ubuntu anche sui desktop e viceversa, in un circolo virtuoso. In prospettiva , Ubuntu potrebbe finire su tutti gli schermi di casa, compreso quello della TV in salotto grazie un set-top-box.

Nel complesso, l’idea di esperienza utente Ubuntu su mobile e desktop ruota ora intorno alla funzione SmartScope , che incorpora diversi “dash” per veicolare rapidamente i contenuti provenienti da fonti come Google, Amazon, Flickr, Wikipedia direttamente sullo schermi tramite una semplice interrogazione. In passato c’erano state parecchie polemiche su questo tipo di funzione , potenzialmente un rischio per la privacy, ma Canonical ha affinato parecchio il pannello di controllo per migliorare questo aspetto. Unity invece resta ancora basata sul vecchio modello, e la versione 8 interamente basata su QT non vedrà la luce prima della release 14 di Ubuntu.

Con l’utilizzo di Unity 7 e X.org nella versione desktop, Saucy Salamander è una versione piuttosto “conservativa” di Ubuntu: è molto probabile che le basi della successiva versione LTS saranno saldamente radicate nel codice di questa release , quindi chi si ritrovi nell’ impostazione generale di questa 13.10 avrà buona speranza di godere di un lungo periodo soddisfacente. Per valutare appieno l’impatto di Ubuntu nel mondo mobile, invece, converrà attendere il 2014: sarà allora che i partner di Canonical inizieranno a distribuire i primi device specificamente pensati per Ubuntu, e a seconda del loro prezzo e della comparazione con le offerte alternative con Windows e Android (iOS probabilmente fa storia a sé in questo caso) gli utenti potranno giudicare più compiutamente gli sforzi di Shuttlewort e soci.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
18 ott 2013
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