Stampa 3D, spara la prima pistola metallica

Stampa 3D, spara la prima pistola metallica

Una società statunitense dà dimostrazione della funzionalità di un'arma creata con un processo di stampa 3D molto sofisticato, una tecnologia in grado di realizzare un prodotto preciso e affidabile ma ancora alla portata di pochi
Una società statunitense dà dimostrazione della funzionalità di un'arma creata con un processo di stampa 3D molto sofisticato, una tecnologia in grado di realizzare un prodotto preciso e affidabile ma ancora alla portata di pochi

La controversa accoppiata di stampa 3D e armi da fuoco sta per farsi ancora più dibattuta grazie a Solid Concepts, servizio di stampa 3D statunitense che ha appena dato dimostrazione di quello che è in grado di fare una pistola stampata in laboratorio a partire da materiali (metallici) di prima scelta.

La pistola realizzata da SC, una M1911 calibro 45 capace di replicare un’arma commerciale sin nei minimi particolari, è stata messa alla prova sparando con successo i suoi primi 50 proiettili: chi l’ha testata ha confermato la solidità dell’arma, in grado di dimostrare una precisione persino superiori al prodotto commerciale che vuole imitare.

Il procedimento di stampa 3D impiegato da SC è in realtà molto complesso, tanto che la società definisce la tecnologia come molto costosa e distante ancora parecchi anni da quanto è possibile fare con le “tradizionali” stampanti 3D a base di materiali plastici/polimerici.

In effetti si tratta di un vero e proprio “proof-of-concept” di quanto è possibile fare – avendo le conoscenze e le risorse economiche adeguate – già oggi con le tecnologie per la stampa tridimensionale indipendente dalla catena di montaggio, spiegano da Solid Concepts, che tiene inoltre a specificare di essere dotata di regolare licenza federale per la realizzazione di questo genere di prodotti in maniera del tutto legale.

La legalità e le conseguenze – potenzialmente devastanti – sul diritto d’autore rappresentano d’altronde un altro punto controverso della stampa tridimensionale, ma anche in questo ambito il codice macchina viaggia più veloce delle normative e dei dibattiti: un software appena realizzato – per Mac OS X, in arrivo per PC Windows – si incarica di criptare/decriptare i modelli tridimensionali così da poterli condividere liberamente in rete senza il rischio di censura da parte dei gatekeeper di settore.

Alfonso Maruccia

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il 11 nov 2013
Link copiato negli appunti