Se è vero che sbaglia solo chi fa, fallire uno spot pubblicitario mirato a promuovere un prodotto è un brutto colpo. Se i protagonisti della questione sono i componenti della squadra marketing di uno dei maggiori colossi hi-tech del mondo, l’errore si trasforma in automatico da leggera svista a grave passo falso. Sarà quindi curioso vedere come reagiranno i vertici di Microsoft al piccolo ma pesante errore presente nei mega poster che stanno tappezzando le grandi città degli Stati Uniti per il lancio del Surface 2.
Concentrata a evidenziare l’efficacia del pacchetto Office, che resta l’asso nella manica di Microsoft per presentare il Surface come macchina votata alla produttività, le menti creative della società di Redmond sono scivolate sulla più banale buccia di banana sbagliando la somma di dati su un foglio Excel. Un’applicazione scelta appositamente per dimostrare la superiorità della suite Microsoft dinanzi al Numbers Apple, che però ha riservato un’amarissima sorpresa. Nella schermata in questione viene riportato il resoconto per una vacanza alle Hawaii, ma la somma delle sette voci è sbagliata poiché manca di 500 dollari. Passato inosservato alle verifiche interne di Microsoft, l’errore è stato individuato da AppleInsider , con Daniel Eran Dilger che si è divertito a sbeffeggiare la svista effettuando il giusto calcolo proprio tramite l’app Numbers.
Chissà come tamponerà la ferita Frank Shaw, il vicepresidente delle comunicazioni Microsoft, che all’indomani della presentazione del nuovo iPad Air e della scelta di Apple di rendere disponibile gratuitamente iWork che include, tra le altre, le applicazioni Pages, Numbers e Keynote, ha avuto parole di fuoco contro i rivali, sostenendo che il Surface è l’unico dispositivo utile per chi, oltre a giocare e guardare video, è interessato a lavorare con il tablet.
Premesso che non sarà certamente una tale leggerezza a incidere sulle future vendite del Surface 2, che dovrebbe segnare la riscossa della società di Redmond dopo il flop della prima edizione (perdite per 900 milioni e prezzi di listino dimezzati), l’inizio della risalita non è dei più promettenti.
Alessio Caprodossi