Contrappunti/ La miopia digitale di Letta

Contrappunti/ La miopia digitale di Letta

di M. Mantellini - L'azione del Governo non pare proprio improntata a promuovere l'innovazione nel Belpaese. C'è solo da augurarsi che la situazione stia peggiorando prima di migliorare
di M. Mantellini - L'azione del Governo non pare proprio improntata a promuovere l'innovazione nel Belpaese. C'è solo da augurarsi che la situazione stia peggiorando prima di migliorare

È stata una settimana difficile e triste per la rete Internet italiana. Piena di notizie deprimenti e poco edificanti. Sullo sfondo, come da sempre accade, è possibile riconoscere la filigrana di un grande disprezzo ed una enorme sottovalutazione per i temi dell’innovazione: un atteggiamento di cui in questo Paese siamo campioni. Si tratta di un disprezzo ed una sottovalutazione che avvolge tutta la classe dirigente e che è consentito e tollerato dalla constatazione che molti cittadini ignorano o sottovalutano a loro volta la centralità dei temi del digitale.

Così è difficile meravigliarsi troppo alla notizia che Francesco Boccia, deputato del PD, è infine riuscito a far approvare una assurda norme che obbligherà qualsiasi azienda Internet a dotarsi di Partita Iva italiana. Come sempre accade gli interessi demagogici della politica (lanciare uno slogan evocativo anche se vuoto di contenuti, dimostrare la propria sensibilità verso un tema molto sentito dagli elettori che consenta di attrarre l’attenzione verso la propria personale attività politica) hanno prevalso su tutto e il protezionismo ridicolo del provvedimento otterrà il doppio effetto di renderci ridicoli in tutto il mondo e di procurarci una sanzione in sede UE che spero Boccia potrà eventualmente pagare, se non di tasca sua (il che sarebbe auspicabile data la protervia dimostrata) per lo meno da un punto di vista della propria reputazione politica.

Sempre nei giorni scorsi il Governo ha introdotto, durante il Consiglio dei Ministri, un divertente emendamento che prevede la possibilità per i cittadini di ottenere incentivi fiscali legati all’acquisto di libri, a patto che simili testi siano in formato cartaceo. Separare la lettura su carta da quella nei formati digitali allo scopo di incentivare gli editori del vecchio formato, che oltretutto già godono di una imposta agevolata rispetto ai libri elettronici, la dice lunghissima sulla cronica incapacità del Governo di guardare avanti, rimanendo saldamente avvinghiato ai soliti usuali centri di potere che ne influenzano in maniera tanto ampia l’azione.

La settimana in corso è stata poi caratterizzata dall’approvazione del Regolamento AGCOM sul diritto d’autore, altra pietra miliare di una azione dell’industria dei contenuti ai danni dei cittadini consentita e fiancheggiata dalle autorità politiche.

Le novità all’orizzonte, previste per le prossime settimane, sono del resto perfino peggiori di quelle appena citate: un inasprimento del prelievo forzoso sull’equo compenso per finanziare la SIAE, una serie di norme previste nel decreto Destinazione Italia che potrebbero mettere in grave difficoltà la libertà dei cittadini di esprimersi liberamente online, compresa una ipotesi assurda di divieto di link verso contenuti giornalisti in Rete in assenza di una precedente autorizzazione.

Tutte cose del genere insomma, ascrivibili ad un Governo e ad un Parlamento lontanissimo dai temi del digitale e che dimostra ogni giorno di considerare tale distanza come un vanto.

Il diluvio di nomine di esperti digitali volute da Enrico Letta, da Francesco Caio a tutti i suoi numerosi e validi consulenti, si sta dimostrando una volta di più come la figlia di fico dietro la quale compiere i peggiori misfatti: ci si giustifica di fronte agli Italiani millantando una attenzione nei confronti della innovazione e del digitale che nei fatti poi non c’è.

Ieri Luca de Biase, che è persona competente e piena di buone maniere e che è anche uno degli esperti voluti da Letta a sviluppare l’Agenda digitale, ha fatto notare sul suo blog che qualsiasi decisione del Governo – qualsiasi – dovrebbe essere preceduta da una valutazione del suo impatto digitale. Sacrosanto. Sempre nei giorni scorsi Guido Scorza, altro competente consulente governativo sui temi del digitale ha scritto un articolo molto duro sul Fatto Quotidiano contro le decisioni folli del Governo di cui anche Contrappunti oggi si sta occupando. Un articolo del tutto condivisibile.

Così ieri sera su Twitter mi sono permesso di suggerire a De Biase e a Scorza e ad altri esperti digitali di andare da Letta a proporre il più classico aut aut della fidanzata tradita: o noi o loro, o l’innovazione mediata dal nostro lavoro appassionato e gratuito o la tutela di un mondo vecchio e impresentabile. Chissà se mi daranno ascolto.

Massimo Mantellini
Manteblog

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Pubblicato il
16 dic 2013
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