Bitcoin, si sgonfia il mercato cinese

Bitcoin, si sgonfia il mercato cinese

La Banca Centrale di Pechino intima agli operatori di cessare le attività di cambio con la moneta locale. Il valore della moneta virtuale cala vistosamente
La Banca Centrale di Pechino intima agli operatori di cessare le attività di cambio con la moneta locale. Il valore della moneta virtuale cala vistosamente

La People Bank of China (PBOC) ha intimato a tutti gli operatori e investitori di cessare ogni forma di scambio di bitcoin entro il 31 gennaio 2014. Rappresentati dell’istituto si sono incontrati con le 10 principali entità del settore, ribadendo il no di Pechino alla cripto-moneta: le conseguenze non si sono fatte attendere, con la valutazione del bitcoin calata vistosamente di 200 dollari nel momento peggiore in seguito alla diffusione della notizia.

la quotazione dei bitcoin il 18 dicembre

Sembrano davvero lontani i tempi in cui un bitcoin valeva 1.200 dollari: la giornata del 18 dicembre si è aperta con una quotazione superiore ai 750 dollari che a un certo punto è crollata sotto quota 500 , per poi risalire restando comunque sotto ai 600 dollari . Una perdita significativa di valore sia in termini assoluti che percentuali, evidentemente legata alle massicce vendite operate dagli operatori asiatici che si vedono costretti a disimpegnarsi dal mercato virtuale dei bitcoin.

La mazzata è arrivata dopo che BTC China, forse il più importante nome nel campo, ha annunciato di non poter più accettare depositi in moneta cinese (renminbi): YeePay, l’organizzazione che faceva da mediatore verso bitcoin, ha comunicato a sua volta a BTC China che non poteva più fare la sua parte a causa delle disposizioni governative annunciate pochi giorni fa. In altre parole, entro gennaio i bitcoin non saranno più utilizzabili per le transazioni economiche in Cina : prima di allora tutti gli addetti ai lavori e le aziende stanno prendendo provvedimenti per fare piazza pulita di tutte le eventuali giacenze di valuta che a quel punto diventerebbe impossibile liquidare.

Nel resto del mondo, invece, c’è ancora spazio per qualche iniziativa con al centro bitcoin. In Argentina, ad esempio, è stato messo in piedi un programma di crowdfunding basato sulla moneta virtuale che da qualche giorno accetta anche bitcoin; ma è impossibile negare che se anche il sistema monetario alternativo non è stato distrutto ha di certo subito un duro colpo dalle notizie arrivate da Pechino.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
18 dic 2013
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