Secondo le elaborazioni Istat nel 2013 sono passate dal 55,5 per cento al 60,7 per cento le famiglie con un accesso ad Internet , una cifra che arriva fino all’85,7 per cento nei nuclei familiari con almeno un minore.
Inoltre , secondo i dati raccolti nel corso dell’anno che si sta chiudendo, oltre la metà della popolazione di 6 anni e più (il 54,8 per cento) naviga su Internet e dei 15 milioni e 13mila di famiglie che dispongono di un collegamento alla rete da casa, sono 14 milioni e 893mila quelle che hanno una connessione a banda larga .
Certo, l’altro lato della medaglia è che vi è ancora un circa 40 per cento di famiglie senza connessione : all’alba del 2014 non sono numeri così esaltanti per un’economia che vorrebbe puntare alla ripresa attraverso le possibilità del digitale e l’e-ecomony, basti pensare che in Olanda, Lussemburgo, Danimarca e Svezia sono connesse oltre il 90 per cento delle famiglie. Una considerazione che peraltro diventa ancora più eclatante nelle rilevazioni dell’Eurostat, secondo cui il 34 per cento degli italiani non ha mai usato Internet .
Inoltre sono ancora forti le differenze di genere, generazione e regione: naviga su Internet il 60,2 per cento degli uomini contro il 49,7 per cento delle donne, il 73,4 per cento degli adulti di 35-44 anni contro il 36,4 di quelli tra 60 e 64 e, mentre le famiglie del Centro-nord connesse sono il 63,3 per cento, nel Sud e delle Isole si fermano al 55 per cento.
Nonostante ciò, è evidente come vi siano sempre più possibilità in Rete. Oltre ad essere sempre maggiore l’interazione via social network (più 5 per cento), così come gli utilizzi di Internet per manifestare opinioni su temi sociali o politici (lo ha fatto il 20,9 per cento dei naviganti negli ultimi 12 mesi), per partecipare a consultazioni o votazioni (nel 10 per cento dei casi), per interagire con la pubblica amministrazione (circa un terzo dei netizen l’ha fatto, in attesa di profilo e password unici per accedere ai servizi pubblici online previsto dall’Agenda digitale per gennaio 2014), è interessante la crescita registrata dal commercio online: i settori che ne beneficiano maggiormente sono i servizi finanziari e/o assicurativi (più 7,6 punti percentuali), gli ordini di libri, giornali, riviste, e-book (più 5,3 punti percentuali), nonché gli acquisti di vacanze o viaggi e di abiti o articoli sportivi, ai primi posti tra dell’e-commerce.
Questo dato ha un riscontro anche nel processo di digitalizzazione delle imprese: il 96,8 per cento delle aziende con meno di 10 addetti è ormai dotato di una connessione Internet , il 94,8 per cento con banda larga fissa o mobile, il 44,4 per cento ha effettuato nel corso del 2013 vendite e/o acquisti online (contro il 37,5 per cento del 2012) ed il 7,6 per cento (il 6,2 nel 2012) ha venduto online i propri prodotti o servizi realizzando un fatturato pari al 7,2 per cento di quello totale.
Già il Censis aveva evidenziato come l’economia digitale, pur rappresentando ancora solo il 3 per cento del PIL, avesse raggiunto un’influenza sempre maggiore sulla società: anche perché il 90 per cento degli under 30 italiani è in Rete, il 75 per cento è iscritto a Facebook, il 66 per cento usa lo smartphone.
Claudio Tamburrino