In molti sono al lavoro per migliorare la gestione del problema dei rifiuti elettrici ed elettronici , e a tale proposito l’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) sarà presto in grado di dimostrare come si possono smantellare i RAEE per ricavare metalli preziosi o comunque utili alla moderna società tecnologica.
L’ente pubblico italiano sta affrontando il problema dei rifiuti elettronici – e la conseguente necessità di farvi fronte imposta anche in sede europea – con un approccio strategico comprendente la sperimentazione di nuove tecniche di trattamento e l’incubazione di un settore di aziende specializzate.
Tra queste nuove tecniche va annoverato il processo idrometallurgico di riciclaggio ideato e brevettato dall’ENEA, un insieme di trattamenti chimici, chimico-fisici e meccanici che a partire dai RAEE grezzi è in grado di recuperare oro, argento, stagno, rame, piombo e altri metalli “preziosi” da poter poi riutilizzare.
Il metodo ENEA utilizza un processo idrometallurgico “quasi a temperatura ambiente”, sostiene l’agenzia, può essere messo in atto anche in piccoli impianti, è economicamente vantaggioso rispetto ai grandi impianti usati finora e “comporta limitate emissioni in atmosfera” di gas serra o inquinanti.
ENEA è impegnata nella realizzazione di un impianto dimostrativo nel suo centro ricerche a Casaccia , nell’Agro Romano, e per non farsi mancare niente l’agenzia parla di un progetto “modulare” adattabile a tecnologie di processo utili per il trattamento di materiali di altro tipo come lampade a fluorescenza o monitor a cristalli liquidi.
“I rifiuti elettrici ed elettronici possono essere considerati delle vere e proprie miniere urbane – continua la nota di ENEA – perché permettono di recuperare oro e stagno con estrema semplicità, in ambiente non necessariamente industriale”.
Alfonso Maruccia