A Intel il trimestre poteva andare peggio

A Intel il trimestre poteva andare peggio

Il colosso dei microchip pubblica i risultati di fine 2013: salgono i ricavi e i profitti, mentre ci sono segni di stabilizzazione per il mercato dei PC. Si vendono bene soprattutto le CPU Core i7 più costose
Il colosso dei microchip pubblica i risultati di fine 2013: salgono i ricavi e i profitti, mentre ci sono segni di stabilizzazione per il mercato dei PC. Si vendono bene soprattutto le CPU Core i7 più costose

Arrivano i nuovi risultati trimestrali di Intel, e ora come tre mesi addietro sono numeri da leggere e da interpretare: il più grande produttore di microchip al mondo continua a reggere nonostante i marosi di un mercato informatico in piena stagnazione, e per il futuro promette novità e incrementi di business anche grazie ai sostanziosissimi investimenti in ricerca&sviluppo.

Negli ultimi tre mesi del 2013, dicono i numeri, Intel ha incamerato guadagni totali per 13,8 miliardi di dollari – un aumento del 3 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Su anche i profitti netti, saliti a 2,6 miliardi di dollari contro i 2,5 miliardi del 2012. I ricavi complessivi superano ancora una volta le aspettative degli analisti – che comunque non sono mai contenti e attendevano un valore azionario di 52 centesimi contro i 51 cent (+6 per cento anno-su-anno) fatti registrare da Intel.

I risultati annuali complessivi sono meno positivi, visto che nel 2013 la corporation di Santa Clara ha incassato 52,7 miliardi di dollari di guadagni (-1 per cento rispetto al 2012) e profitti per 9,6 miliardi. Le prospettive per il 2014 sono di calma piatta, con ricavi stabili senza crescita.

Il CFO di Intel Stacy Smith ha commentato le performance finanziarie della corporation parlando di un mercato PC in stabilizzazione, e i segnali positivi comprendono una richiesta “record” di processori Core i7 ideali per i sistemi custom da videogiocatori: una tipologia di prodotto che gli analisti che da anni parlano di morte del PC non si curano mai di prendere in debita considerazione, visto soprattutto che sono una fetta di mercato particolarmente remunerativa.

Sia come sia la liquidità a disposizione di Santa Clarida è florida come sempre (20,1 miliardi di dollari, 8,8 dei quali in banche statunitensi e il resto “off-shore”), il numero di dipendenti totali è di 108.000 unità e la spesa in ricerca&sviluppo pianificata per il 2014 ammonta a ben 10,5 miliardi di dollari: la stessa cifra spesa nel 2013.

Il mercato dei PC (di marca) starà insomma anche “morendo”, ma Intel non va proprio da nessuna parte, anzi rilancia: i rumor parlano di negoziazioni con un nuovo cliente per la realizzazione di chip ARM nelle sofisticatissime “fab” sparse in giro per il mondo, e nel secondo trimestre del 2014 si attende il debutto di tablet (Android) basati su SoC x86 Bay Trail a 22 nanometri.

E lo stop agli investimenti per la realizzazione della Fab42 in Arizona ? Una decisione figlia della mancata crescita del mercato PC attesa in fase di pianificazione negli anni passati, confessa il CEO Brian Krzanich. Purtuttavia Intel va avanti con il debutto di Broadwell (nuova microarchitettura di CPU desktop destinata a prendere il posto di Haswell) atteso per la seconda metà del 2014, e le aspettative nel settore tablet sono di 40 milioni di sistemi “Intel inside” venduti in un anno rispetto ai 10 milioni del 2013.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
17 gen 2014
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