Sochi, Olimpiadi di hacking e di polemiche

Sochi, Olimpiadi di hacking e di polemiche

NBC mette in guardia i cittadini USA circa la sicurezza delle WiFi russe. Google entra in polemica con il Governo di Mosca per le leggi anti-gay. E c'è chi ci prova a riderci sopra
NBC mette in guardia i cittadini USA circa la sicurezza delle WiFi russe. Google entra in polemica con il Governo di Mosca per le leggi anti-gay. E c'è chi ci prova a riderci sopra

Alle polemiche legate alle Olimpiadi invernali di Sochi che saranno inaugurate oggi pomeriggio, si aggiungono quelle relative alla sicurezza informatica della Rete Russa . Non si tratta però di un modo come un altro di far sentire a casa gli ospiti americani, quanto piuttosto di una minaccia vera e propria per le comunicazioni (ed eventualmente i propri dati personali), almeno a sentire un servizio NBC a riguardo.

A mettere in guardia i cittadini USA rispetto alle minacce informatiche da attendersi nell’eventuale visita delle Olimpiadi invernali è il programma televisivo di Richard Engel della NBC. Il conduttore televisivo ha mostrato come in appena pochi secondi venivano hackerati i dispositivi che si connettevano ad un sito legato alle Olimpiadi di Sochi attraverso le reti WiFi pubbliche russe.


Il problema è che nel servizio si vede gli smartphone craccati accettare il download di un misterioso file .apk (un’app decisamente sospetta) e gli utenti affermare di non aver sempre scaricato gli aggiornamenti di sistema. Inoltre la prova è stata portata avanti non a Sochi ma a Mosca. A supportare questo esperimento empirico che presta il fianco a numerose polemiche, tuttavia, vi sono anche i dati: diverse statistiche avevano già mostrato come subito dopo la Cina sia la Russia all’origine della maggior parte delle minacce informatiche.

Le polemiche sulle Olimpiadi trovano spazio anche altrove su Internet. Sulla scia delle proteste inerenti la questione delle cosiddette leggi “anti-gay” emanate dal Governo russo, Google ha modificato la propria homepage con un logo arcobaleno e un richiamo allusivo al regolamento olimpico che proibisce ogni forma di discriminazione per la partecipazioni ai giochi. Qualcosa di simile l’ha fatto un istituto canadese per le pari opportunità, il quale ha coniato un video che ha già superato il milione di visualizzazioni su YouTube.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 7 feb 2014
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