Il drone di Facebook

Il drone di Facebook

Mark Zuckerberg starebbe trattando un'altra acquisizione. Poca roba, sotto i 100 milioni. Ma dovrebbe contribuire a completare la visione del progetto Internet.org
Mark Zuckerberg starebbe trattando un'altra acquisizione. Poca roba, sotto i 100 milioni. Ma dovrebbe contribuire a completare la visione del progetto Internet.org

Manca l’ufficialità, ma Techcrunch la offre come notizia verificata e qualche conferma da parte dei diretti interessati pare esserci: Facebook pare intenzionata ad acquisire il controllo di Titan Aerospace , azienda del New Mexico specializzata nella produzione di droni alimentati da energia solare capaci di volare ininterrottamente per anni. Un’alternativa economica ai satelliti, ma che dovrebbe essere in grado di portare la Rete là dove oggi non c’è: la missione del progetto Internet.org , di cui Facebook è capofila e a cui Mark Zuckerberg tiene molto.

Titan ha sviluppato due modelli di droni, denominati Solara 50 e Solara 60, capaci di spiccare il volo alimentati dalle batterie interne e quindi catturare i raggi del sole per restare in volo per milioni di chilometri a oltre 20mila metri d’altitudine . A questa quota sono in grado di portare un payload (strumentazione) per oltre 30 chilogrammi: l’idea originaria era di utilizzare i Solara come alternativa ai satelliti meteorologici, rispetto ai quali dovrebbero costare meno: misurazioni ambientali, fotografie aeree da grandi distanza, sono alla portata della tecnologia dei droni solari. L’alternativa proposta da Techcrunch sarebbe l’equipaggiamento con antenne in grado di portare la connettività in aree non ancora raggiunte da Internet: a cominciare dall’Africa, ma non solo.

Come ricorda BGR, anche sul suolo degli Stati Uniti la zona dell’atmosfera regolata dalle autorità federali si ferma a 60mila piedi, poco sopra i 18 chilometri: i droni Titan potrebbero anche volteggiare sul suolo USA , portando la connettività nelle più remote zone rurali dove nessuno ha reale convenienza nel portare la banda larga. In programma ci sarebbe la costruzione di 11.000 Solara da impiegare per avviare le pratiche del progetto Internet.org, con il quale Zuckerberg punta a colmare il digital divide dei 5 miliardi di abitanti della Terra ancora privi di Internet, un po’ lo stesso obiettivo del progetto Loon di Google.

Sia Facebook che l’azienda di Mountain View hanno bisogno di un numero crescente di utenti collegati ai propri servizi, in modo tale da aumentare le informazioni in loro possesso per migliorare la vendita degli spazi pubblicitari: lo scopo di Internet.org e di ogni altra iniziativa simile può anche essere beneficamente generoso, tentando di collegare i digital divisi a Internet, ma ha anche un risvolto commerciale indiretto che non può essere trascurato. Le motivazioni dietro questa acquisizione, che viene data per certa per una cifra inferiore ai 100 milioni di dollari ( Techcrunch parla di appena 60: robetta di questi tempi), non sono poi molto dissimili da quelli che hanno portato a pagare 19 miliardi per Whatsapp : individuare forme semplici e immediate per connettere le persone a Internet.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
4 mar 2014
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