Roma – Non sarà certo questa la fine dello spam ma viene accolta con entusiasmo la notizia dell’arresto di Gaven Stubberfield, nome con cui è stato fin qui noto un americano del North Carolina identificato dalle forze dell’ordine e arrestato nelle scorse ore. Il suo vero nome è Jeremy Janes, 29 anni, e a lui vengono attribuite alcune delle più massiccie operazioni di spam fin qui compiute.
L’annuncio dell’arresto di Janes è stato dato in contemporanea da alcuni dei maggiori operatori americani impegnati nella lotta allo spam, tra cui AOL , probabilmente il provider più attivo nel denunciare le attività di spam .
Secondo le leggi della Virginia e del North Carolina, Janes ora rischia fino a cinque anni di carcere e almeno 10mila dollari di multa. Per gli Stati Uniti questo è il primo arresto di questo tipo e segna, secondo gli osservatori, un doppio punto di svolta. Da un lato ha finalmente prodotto un risultato la lotta senza quartiere ingaggiata contro gli spammer più accanti e dall’altro si è lanciato un messaggio a quei 200 grandi spammer che secondo Gartner sono responsabili nel complesso della maggiorparte dello spam mondiale.
Le autorità hanno arrestato nella medesima operazione anche Richard Rutowski, considerato complice di Janes, che può ora subire lo stesso destino giudiziario.
Sul piano formale, Janes è accusato dal Grand Jury della Virginia di aver deliberatamente falsificato le email per impedire a chi le riceveva di identificare il mittente, nella speranza di mettersi al riparo da conseguenze giudiziarie come quella in cui, invece, è ora incorso.
Secondo AOL una parte consistente del merito degli arresti è degli utenti internet che per mesi hanno segnalato attraverso il servizio web di AOL l’arrivo di questo spam. Le prove così raccolte hanno consentito all’ufficio del procuratore generale della Virginia di agire.
Spamhaus ha cancellato il nome di Stubberfield, considerato un vero e proprio Spam King , dalla sua lista dei 10 spammer più attivi , dove figurava ottavo, i nomi dei quali fanno parte delle denunce presentate da AOL contro poco meno di quindici ignoti responsabili di molta parte dello spam ricevuto sui network del provider.