Poco importa che la durata della batteria non consenta registrazioni di video di lunga durata, poco importa che la qualità del girato non sia probabilmente in grado di soddisfare le aspettative di coloro che si accontentano di fruire di file pirata catturati a mezzo camcording : a pochi giorni dal lancio nel Regno Unito, i cinema locali hanno già vietato l’ingresso ai Google Glass.
“Nel rispetto degli altri membri del pubblico, e per prevenire il furto dei film, chiediamo agli spettatori di non accedere al cinema muniti di “tecnologie indossabili” in grado di registrare immagini”, questa la raccomandazione che ha iniziato a figurare fra le policy che governano numerose sale del Regno Unito: a chi violerà questa disposizione potrà essere chiesto di riporre i gadget e potrà essere allontanato dai cinema che aderiscono all’iniziativa di CEA ( Cinema Exhibitors’ Association ), che rappresenta l’industria di settore.
Poiché i dispositivi indossabili sarebbero secondo CEA più difficili da individuare nel buio delle platee, complici gli aggiustamenti operati da coloro che non intendono rinunciarvi, poiché uno dei timori dell’associazione, echeggiando i dubbi espressi dalle istituzioni britanniche, riguarda la privacy di chi li frequenta, i gestori dei cinema che diffidino della buona educazione dei loro utenti potranno chiedere agli spettatori di non indossarli, anche prima dell’inizio del film in proiezione.
Ma la motivazione che mobilita con più foga i gestori dei cinema, così come osservato di recente negli Stati Uniti, sarebbe da individuare nella repressione dei comportamenti pirata : Phil Clapp, a capo della Cinema Exhibitors’ Association , è consapevole del fatto che i Google Glass soffrano di limiti che potrebbero naturalmente ostacolare le registrazioni pirata, quali la durata della batteria e la scarsa qualità del girato, ma si mostra ugualmente preoccupato del fatto che i più incorreggibili sostenitori della condivisione illegale possano collaborare e ricostruire i contenuti montando spezzoni catturati da soggetti diversi.
Google, nel frattempo, invita nuovamente alla riflessione: “Parlando in generale, pensiamo che sia meglio avere una esperienza diretta e di prima mano con i Glass prima di creare della policy che li riguardano – ha dichiarato un portavoce della Grande G – Il fatto che siano visibili sul naso di chi li indossa e che la luce che hanno sullo schermo si accenda nel momento in cui sono attivi li rende dei dispositivi evidentemente inadatti a registrare in segreto”.
Gaia Bottà