Dopo la messa all’indice dei pericolosi estremisti che si interessano di Linux e di altre tecnologie “proibite”, le nuove rivelazioni sullo scandalo del Datagate evidenziano il fatto che in realtà, lo spionaggio globale della NSA è tutto fuorché concentrato su pochi obiettivi ben definiti.
Il dato, emerso dai documenti forniti da Edward Snowden al Washington Post , sembra contraddire in maniera palese quanto affermato ufficialmente dall’intelligence sull’impossibilità, per Snowden, di accedere a documenti e dati riguardanti i cittadini americani messi sotto controllo dalla dragnet della NSA.
In un vasto archivio temporaneo di conversazioni catturate dagli spioni a stelle e strisce, dicono i nuovi file, 9 account su 10 corrispondono a persone (americane e non solo) estranee ai soggetti nei confronti dei quali l’intelligence aveva interesse ad agire.
Si parla in particolare di 65mila identità statunitensi “mascherate” e non identificabili, più circa 900 indirizzi email leggibili in chiaro e appartenenti sempre a netizen americani; a peggiorare ulteriormente il leak ci pensa poi la natura delle informazioni carpite, costituite da conversazioni private su rapporti extra-coniugali, immagini di natura sessuale, problemi mentali, conversazioni politiche o religiose e chi più ne ha più metta.
A onor del vero le comunicazioni intercettate dalla NSA avrebbero portato all’arresto degli attentatori Muhammad Tahir Shahza (Pakistan 2011) e Umar Patek (Bali 2002), sostiene il Washington Post , anche se per arrestare due sospetti l’intelligence statunitense ha dovuto intercettare fotografie di donne vestite di sola biancheria intima catturate da una fotocamera.
Il lavoro sporco dell’intelligence porta naturalmente alla comparsa di soggetti interessati a fare il doppio gioco per proprio tornaconto personale, e uno di questi doppiogiochisti è stato ora individuato in Germania dall’agenzia BND: l’ignoto agente era alle dipendenze delle autorità tedesche ma si era offerto di vendere informazioni su una indagine parlamentare in merito al Datagate – e alle intercettazioni illegali della NSA a danno della Germania e della Cancelliera Angela Merkel – per 34.100 dollari.
Alfonso Maruccia