Il compianto Aaron Swartz si è battuto per tutta la sua vita per promuovere la libera circolazione del sapere in Rete. Nonostante le accuse che pendevano sul suo capo per l’ incursione informatica nell’archivio JSTOR, gli sono stati tributati onori e la sua lotta è stata raccontata in un film, The Internet’s Own Boy: The Story of Aaron Swartz . Un film rilasciato affinché avesse la massima diffusione, affinché dimostrasse con chiarezza “cosa si perde quando si è insensibili alla tecnologia e alle relazioni che la legano alle libertà civili”. Eppure, il documentario è stato temporaneamente rimosso da YouTube.
Brian Knappenberger, regista e produttore di The Internet’s Own Boy , ha scelto di rilasciare il film sotto licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 3.0, così da perpetuare lo spirito dell’open access, così da riconoscere l’impegno che Aaron Swartz ha infuso in Creative Commons. Disponibile nei cinema e a pagamento su numerose piattaforme di streaming, ma anche visibile liberamente su Internet Archive e presso tutti i canali non commerciali su cui i cittadini della Rete vogliano disseminarlo, il film è stato caricato anche su YouTube. E per una manciata di ore, ha denunciato DailyDot , è stato rimosso, come prevede la procedura che si innesca qualora Google riceva una segnalazione di violazione del diritto d’autore che ritenga ammissibile.
‘The Internet’s Own Boy’ restored on YouTube after being removed by bogus #DMCA claim: http://t.co/Fy6a76Yiy5
– The Daily Dot (@dailydot) 11 Luglio 2014
Remove Your Media LLC., spiegava la notifica offerta da YouTube a coloro che volessero visualizzare il film, avrebbe segnalato la violazione del diritto d’autore da parte del contenuto. Si tratta di una organizzazione che opera nel nome dei detentori dei diritti, e nello specifico si sarebbe trattato di un “distributore che opera al di fuori degli Stati Uniti”, che avrebbe agito senza che Brian Knappenberger fosse stato informato o consultato.
Knappenberger, infatti, si è mostrato piuttosto incredulo : il tutto si sarebbe svolto in poche ore, tanto che nemmeno i commenti di YouTube tengono traccia della rimozione, e il contenuto sarebbe stato ripristinato in breve tempo, ben prima dell’ aggiornamento di DailyDot riguardo alla vicenda. Sia come sia, Knappenberger ha colto l’occasione per ricordare che, nonostante in questo caso la richiesta di takedown non fosse in totale cattiva fede, visto l’evolvere della situazione verso un lieto fine che in altri contesti di abusi del DMCA è stato raggiunto dopo scontri in tribunale , questa temporanea rimozione mostra come “sia difficile fare quello che si siamo riproposti di fare con questo film”.
Gaia Bottà