UK: naviga e fatti spiare

UK: naviga e fatti spiare

Le spie britanniche non si limitavano ad intercettare i cittadini ma cercavano anche di monitorare le loro opinioni online, di ascoltarli su Skype e di incrementare le visualizzazioni di certi siti rispetto ad altri
Le spie britanniche non si limitavano ad intercettare i cittadini ma cercavano anche di monitorare le loro opinioni online, di ascoltarli su Skype e di incrementare le visualizzazioni di certi siti rispetto ad altri

L’agenzia di sicurezza britannica GCHQ ha sviluppato strumenti informatici per veicolare false informazioni online e cercare di manipolare l’opinione pubblica .

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Si tratta dell’ultima rivelazione contenuta nell’archivio divulgato dall’ex-NSA Edward Snowden: le sue indiscrezioni avevano messo già in luce le operazioni delle spie britanniche volte a manipolare la reazione psicologica alla diffusione di alcune notizie online, falsi post su blog, il monitoraggio dei visitatori di Wikileaks e l’intercettazione degli utenti YouTube e Facebook.

Ora, proprio mentre il Governo di Londra sta cercando di far approvare un provvedimento per estendere i suoi poteri di sorveglianza e mentre emergono le prove della conoscenza da parte dell’NSA dell’ intenzione di GCHQ di distruggere le informazioni contenute nei computer del Guardian , i nuovi documenti condivisi da Snowden svelano i dettagli degli strumenti creati dal Joint Threat Research Intelligence Group (JTRIG) del GCHQ e nascosti dietro nomi a metà tra il cyberpunk vecchia maniera ed il fumettistico: vanno da “Techno Viking” a “Forest Warrior”, passando per “Angry Pirate” e “Concrete Donkey”.

Questi strumenti sono in particolare impiegati per modificare i risultati dei sondaggi online, incrementare le impression su determinati siti web, censurare video ritenuti “estremisti”, amplificare la diffusione di certi contenuti video sulle piattaforme multimediali.

La pervasività dell’agenzia di spionaggio britannica, tuttavia, sembra andare oltre a questi tentativi, arrivando al punto di essersi dotata delle capacità di trovare foto private dei bersagli su Facebook, di disabilitare permanentemente l’account di un utente sul proprio computer e monitorare in tempo reale le conversazioni su Skype dei cittadini : una situazione – quest’ultima – che getta nuovi dubbi circa il coinvolgimento di Microsoft con le autorità.

Claudio Tamburrino

Fonte Immagine: 1

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Pubblicato il
15 lug 2014
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