HADOPI lotta per la sopravvivenza

HADOPI lotta per la sopravvivenza

I numeri rilasciati dall'autorità francese che vigila sulla tutela del diritto d'autore online tracciano la storia di oltre 3 anni di attività. HADOPI non si rassegna al depotenziamento, anche se un buon numero di netizen ritiene sia già stata soppressa
I numeri rilasciati dall'autorità francese che vigila sulla tutela del diritto d'autore online tracciano la storia di oltre 3 anni di attività. HADOPI non si rassegna al depotenziamento, anche se un buon numero di netizen ritiene sia già stata soppressa

HADOPI, l’ Haute Autorité pour la diffusion des ouvres et la protection des droits sur Internet nata con l’intento di dissuadere i netizen francesi dalla pirateria online e di incoraggiarli al consumo legale, non intende rassegnarsi alla consegna di responsabilità a cui le istituzioni francesi l’ hanno destinata : il meccanismo degli avvertimenti, seppur edulcorato e privato delle disconnessioni, seppur supportato da un budget in continua diminuzione , starebbe funzionando a pieno regime e con efficacia.

A dimostrarlo, i numeri aggiornati sulle attività dell’autorità: dall’ottobre del 2010 al mese di giugno 2014, HADOPI si è messa in contatto con oltre 3 milioni di abbonati francesi: per la precisione, sono 3.249.481 i primi avvertimenti recapitati via email a coloro il cui indirizzo IP è stato colto sul fatto di una violazione del diritto d’autore in Rete. 333.723 sottoscrittori di un abbonamento a Internet si sono invece visti recapitare la raccomandata con ricevuta di ritorno che notifica la recidiva da parte di un utente che agisce nell’ambito della rete locale che si abbevera della connettività domestica a Internet. 1502 persone sono invece state coinvolte nella terza fase del procedimento : per questi cittadini non esiste più la risibile minaccia della disconnessione, ma multe che raggiungono un massimale di 1500 euro, che ad oggi non risulta ancora essere stato applicato .

Se l’8,9 per cento dei cittadini della Rete francesi è stato raggiunto dal primo avvertimento, di questi 3 milioni di abbonati il 10,4 per cento ha perseverato nelle violazioni, guadagnandosi il secondo avvertimento. Lo 0,4 per cento di coloro che hanno ricevuto la raccomandata è stato nuovamente colto sul fatto: dei 1502 dossier aperti, 1289 si sono conclusi con una delibera di HADOPI, mentre 116 hanno imboccato la via del tribunale.

A rispondere alle notifiche di HADOPI, nell’anno che va dal 1 luglio 2013 e al 30 giugno 2014, sono stati 31379 abbonati: tra le domande riguardo all’offerta legale e alle dinamiche del diritto d’autore (6,9 per cento delle risposte) e le rassicurazioni riguardo all’adozione delle misure necessarie ad interrompere le violazioni (oltre il 25 per cento), c’è anche un piccolo numero di contestazioni volte a segnalare eventuali errori commessi dall’autorità (0,41 per cento).

I numeri e le percentuali relativi ai fatti si affiancano ad un sondaggio volto ad indagare la percezione dei cittadini della Rete rispetto all’ Haute Autorité e alle sue attività: HADOPI annuncia che dopo il primo avvertimento il 70 per cento dei netizen ha ridotto il consumo di materiale illegale , una percentuale che sale all’ 88 per cento dopo il secondo avvertimento . Il 73 per cento di coloro che hanno ricevuto una segnalazione ha dichiarato poi di non avere intenzione di transitare ad una piattaforma illegale differente da quella utilizzata in precedenza, magari per rendere le proprie attività meno rintracciabili, e il 23 per cento ha dichiarato invece la propria conversione alla legalità . Coloro invece che non hanno avuto contatti diretti con HADOPI ma che conoscono qualche destinatario degli avvertimenti sarebbero comunque influenzati nei loro comportamenti online: i numeri mostrano che il 45 per cento del campione ha ridotto il consumo di materiale illegale, a fronte di un 48 per cento che si dimostra indifferente e persiste nelle attività illecite. Questi risultati però, pur ufficializzati da HADOPI, sarebbero da prendere con il beneficio del dubbio : il campione di riferimento è di 1059 utenti Internet francesi, di cui 47 destinatari di una prima segnalazione, e solo 9 destinatari di una raccomandata (una proporzione che non sembra nemmeno rispecchiare quelle dei numeri assoluti riguardo agli avvertimenti).

A suscitare critiche, inoltre, le cifre elaborate da HADOPI riguardo agli strumenti dell’abuso del diritto d’autore: il file sharing basato su reti Torrent e altri strumenti P2P , presidiati dall’autorità, contano ancora un numero di utenti consistente (rispettivamente 8 milioni di utenti e 2,5 milioni di utenti) ma non sono in aumento; streaming e download diretti , tra alti e bassi, contano circa 10 milioni di utenti, in calo rispetto all’inizio del 2013. Uno studio condotto invece dall’ Association de lutte contre la piraterie audiovisuelle (ALPA), che rappresenta i detentori dei diritti in ambito audiovisivo, mostrerebbe invece una realtà abbastanza diversa e più sfaccettata, che raffigura una platea di consumatori di contenuti cinematografici e televisivi che si avvale sempre di più di servizi di streaming illegali, in una netta crescita non rilevata dall’ Haute Autorité . Il ruolo di HADOPI e l’efficacia della sua missione, secondo Mireille Imbert-Quaretta, presidente della Commission de protection des droits dell’autorità, non sono però in dubbio : semplicemente, le cifre non corrispondono.
Secondo i più recenti sondaggi, il 21 per cento dei netizen francesi è convinto, anticipando i tempi, che HADOPI sia ormai stata assorbita dal Conseil Supérieur de l’Audiovisuel (CSA), mentre il 9 per cento crede che HADOPI sia stata definitivamente soppressa.

Gaia Bottà

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Pubblicato il 18 lug 2014
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