La questione della proprietà intellettuale online ha preso una strana piega in Spagna: bisognerà pagare per le citazioni delle parole altrui negli articoli online. A dirlo – spiazzando gli osservatori di tutto il mondo che restano in attesa delle modalità di applicazione della novità – una legge che introduce il cosiddetto “canone AEDE”, ma che è già stata soprannominata “tassa Google” (tasa Google) dalla stampa spagnola.
Essa introduce il diritto a favore degli editori di ottenere il pagamento di royalty da qualsiasi sito che offra link a propri contenuti con “una descrizione significativa” del lavoro cui si è indirizzati. A spingere verso questa misura, in particolare, la collecting society spagnola da cui prende il nome, AEDE: a nulla sono valse le proteste degli osservatori e le osservazioni presentate da Google già a febbraio .
In generale i siti spagnoli, dai blog agli aggregatori di notizie, che conterranno link da una fonte ad aggiornamento periodico saranno sottoposti al nuovo balzello, un tentativo peraltro già fatto in Francia e Germania per far ottenere ai giornali in crisi di introiti nuova linfa da Google News e gli altri operatori online. Il Governo, infatti, ha già specificato che la misura non riguarderà tutti quei link e quei commenti ospitati da social network come Twitter e Facebook , ma per il resto non ha specificato da chi sarà dovuto tale pagamento: così com’è stato partorito il canone AEDE appare poter riguardare anche i motori di ricerca in generale e siti come Digg e Reddit (che però potrebbero rientrare nella definizione di social network).
Oltre da chi e per cosa la nuova legge pretende il pagamento , sono diverse le questioni lasciate in sospeso dal legislatore iberico: a quanto ammontano le royalty dovute? Cosa significa “descrizione significativa” del contenuto? Altre questioni che rimangono in sospeso riguardano poi le eventuali dispute relative all’applicazione della legge e la definizione dell’autorità chiamata a far applicare la nuova richiesta, con la possibilità di elargire multe fino a 300mila euro . Se, infatti, a gestire gli incassi sarà il CEDRO ( Centro Espanol de Derechos Reprográficos ), sia per gli associati che per i non associati, agli osservatori sembra improbabile possa anche fungere da arbitro nelle eventuali dispute.
Claudio Tamburrino