I brevetti anti-hacker

I brevetti anti-hacker

L'ex-generale ed ex-comandante dell'NSA, Keith Alexander, presenta al pubblico la sua nuova iniziativa da imprenditore. Capace di arrestare la minaccia degli hacker cattivi con una tecnologia esclusiva
L'ex-generale ed ex-comandante dell'NSA, Keith Alexander, presenta al pubblico la sua nuova iniziativa da imprenditore. Capace di arrestare la minaccia degli hacker cattivi con una tecnologia esclusiva

Ha in mano un prodotto esplosivo, che le aziende si contenderanno a suon di milioni per garantirsene i servigi: ne è convinto Keith Alexander, che fino a pochi mesi fa era il numero uno di NSA e che ha guidato per molto tempo gli sforzi dell’agenzia statunitense nello scovare i difetti e i limiti delle tecnologie altrui per intrufolarsi nelle conversazioni di aziende e privati cittadini. Ora Alexander non è più il “generale Alexander”: è un imprenditore del settore IT, che con le competenze acquisite in seno a NSA punta ora ad assicurarsi una dorata pensione. La sua è una risposta a una domanda che ha raccolto tra gli imprenditori da lui incontrati, e ha deciso di offrire il suo aiuto e la sua esperienza per tenerli al sicuro ( non senza critiche ).

IronNet, così si chiama l’azienda di Alexander, è su piazza da poche settimane ma ha già una lista di clienti importanti e un tariffario di tutto rispetto: i suoi servigi si pagano anche 1 milione di dollari al mese , e tra chi usufruisce delle competenze dell’ex-NSA ci sarebbero soprattutto istituti finanziari. Tutti clienti dunque che hanno interesse massimo a garantire l’integrità delle proprie reti per evitare perdite economiche potenzialmente stellari: Alexander dice di avere le idee chiare su come farlo, e di avere come asso nella manica tecnologie uniche che saranno presto anche protette da brevetto .

Sarebbero già sette, ma potrebbero anche aumentare, i brevetti richiesti da Alexander all’USTPO: il loro contenuto è un mistero, l’ex-generale non dice nulla e se i brevetti sono stati effettivamente depositati per ora sono secretati. Da parte sua, l’imprenditore assicura di essersi consultato con i suoi legali e con quelli di NSA, e in nessun modo le sue rivendicazioni andrebbero a interferire con le tecnologie e gli interessi dell’agenzia. Genericamente si tratterebbe di “un sistema per identificare le cosiddette minacce persistenti, o hacker ( sic. ) che clandestinamente si intromettono in un network informatico per rubare segreti o danneggiare il network stesso”. Stando alle dichiarazioni rilasciate a Foreign Policy l’unicità starebbe in un algoritmo basato su un “modello comportamentale” in grado di tracciare e anticipare le mosse degli attaccanti . ( L.A. )

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Pubblicato il
1 ago 2014
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