Droni, NASA lavora al controllo aereo

Droni, NASA lavora al controllo aereo

L'agenzia spaziale statunitense al lavoro su un sistema di controllo aereo per i droni completamente automatizzato, una tecnologia che potrebbe garantire sicurezza agli UAV e addolcire le arcigne autorità federali
L'agenzia spaziale statunitense al lavoro su un sistema di controllo aereo per i droni completamente automatizzato, una tecnologia che potrebbe garantire sicurezza agli UAV e addolcire le arcigne autorità federali

Il cielo nordamericano minaccia di trasformarsi, nei prossimi anni, in un affollato viavai di droni volanti adibiti alle comunicazioni, le consegne a domicilio e chissà cos’altro, e per rendere più sicuro questo genere di traffico NASA sta sviluppando un sistema di controllo in grado di garantire la sicurezza sia degli UAV che dei cittadini a terra.

L’agenzia statunitense lavora al progetto di un controllo del traffico UAV a Moffett Field, in California, presso il suo prestigioso Ames Research Center: l’obiettivo è tenere a bada i droni in volo a un’altitudine compresa tra i 120 e i 150 metri, e diversamente dal tradizionale controllo per i voli con pilota umano si parla di un sistema completamente automatizzato.

NASA si fa a ogni modo promotrice di un traffico droni sicuro , dove gli UAV vengano aiutati a procedere in tranquillità verso la destinazione designata senza andare a sbattere contro gli edifici, fare del male alle persone o anche scontrarsi l’uno contro l’altro.

Non a caso la sicurezza di un settore commerciale potenzialmente regolarizzato rappresenta il cruccio principale della FAA, che ha sin qui stabilito la illegalità dell’uso dei droni nello spazio aereo federale per i voli civili.

Un sistema automatizzato come quello a cui lavora NASA potrebbe quindi servire da viatico per un ripensamento in seno all’agenzia statunitense, e la regolarizzazione degli UAV porterebbe quindi i grandi colossi interessati al loro utilizzo per scopi commerciali ( Amazon e Google in primis) a reinvestire denari in sperimentazioni che ora vengono giocoforza portate avanti all’estero.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
3 set 2014
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