Bitcoin, nuove voci di supporto e i problemi (legali) di sempre

Bitcoin, nuove voci di supporto e i problemi (legali) di sempre

La criptomoneta per eccellenza ha ora un nuovo think-tank che si occupa di promuovere la tecnologia presso il pubblico e i palazzi del potere USA, mentre "in the wild" Bitcoin continua a vedersela con truffe, processi e accuse di terrorismo
La criptomoneta per eccellenza ha ora un nuovo think-tank che si occupa di promuovere la tecnologia presso il pubblico e i palazzi del potere USA, mentre "in the wild" Bitcoin continua a vedersela con truffe, processi e accuse di terrorismo

Nasce in questi giorni Coin Center, una nuova iniziativa in favore di Bitcoin e delle altre criptomonete che può già contare sull’appoggio (e i danari) di un gran numero di investitori e aziende. Favorirà la circolazione di idee sulle valute virtuali, ma soprattutto dovrebbe stimolare un dibattito basato su ricerche rigorose e non pregiudizi privi di fondamento.

Nato dall’impegno del professore di legge (ed ex-ricercatore presso il George Mason Mercatus Center) Jerry Brito, Coin Center si qualifica come un centro non profit per la ricerca e il supporto delle tecnologie di criptomoneta, con l’obiettivo dichiarato di “favorire una migliore conoscenza di queste tecnologie e di promuovere un clima regolatorio che preservi la massima libertà di azione per l’innovazione nel campo delle monete digitali”.

E non si tratta solo di chiacchiere astratte, visto che Coin Center può già vantare un budget annuale di 1 milione di dollari a cui hanno contribuito investitori come Marc Andreessen, Balaji Srinivasan, lo sviluppatore Bitcoin Jeff Garzik, Alex Morcos Susan Athey e poi società quali Hudson River Trading, Union Square Ventures, RRE Ventures, itBit, BitPay e Coinbase.

Col tempo Bitcoin diventerà una parte importante dell’economia, spiegano da Coin Center, ed è quindi importante che chi scrive le leggi sia bene informato sulla materia prima di mettere mano a eventuali – e sempre più evocate – regolamentazioni nell’uso e la circolazione di denaro virtuale P2P.

Un’iniziativa come Coin Center nasce per salvaguardare il futuro di Bitcoin e tecnologie affini, ma il presente è ricco di cronaca giudiziaria e spunti non molto ottimistici per il lungo periodo: un presunto truffatore a nome di Trendon Shavers è stato condannato a pagare 40 milioni di dollari dopo aver sottratto ai clienti della sua società di investimenti Bitcoin per un valore di 149 milioni, mentre la causa intentata dallo stato del New Jersey contro Jeremy Rubin e il suo software Tidbit – mining di BTC al posto dei banner pubblicitari – va avanti nonostante le proteste dei legali di EFF.

Bitcoin usati come fondi neri per riciclaggio di denaro sporco o addirittura come fonte di finanziamento dei terroristi islamismi dell’ISIS? Anche di questo è accusato Bitcoin assieme agli sviluppatori Amir Taaki e Cody Wilson, colpevoli, agli occhi delle autorità, di aver creato la tecnologia Dark Wallet per rendere completamente irrintracciabili le transazioni online di Bitcoin.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
24 set 2014
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