Tutti vogliono semplificare la tecnologia alla base della Internet delle Cose (IoT) per favorire la diffusione del nuovo mantra tecnologico sulle lavatrici TCP/IP e il frigorifero che fa la spesa da solo, un tentativo a cui ovviamente partecipa anche Google con una soluzione definita The Physical Web .
La tecnologia alla base di The Physical Web è la stessa che costituisce gli odierni standard del Web “virtuale”: si tratta in sostanza un sistema di “broadcasting” di indirizzi URL accessibile da tutti i dispositivi intelligenti presenti nelle vicinanze e capace di fornire nuovi modi di interazione tra i suddetti dispositivi.
The Physical Web vorrebbe realizzare una piattaforma IoT universale e “app-less”, spiega Google, perché “le persone dovrebbero poter avvicinarsi a ogni dispositivo smart” senza la necessità di scaricare prima una applicazione appositamente realizzata prima di poterlo usare.
Con la soluzione di Mountain View, invece, l’interazione tra terminali, sensori, servizi e dispositivi avviene tramite le comuni tecnologie Web con vari livelli di complessità – dalla visualizzazione di una pagina informativa al caricamento di una app Web con funzionalità complete – e al semplice tocco di un tasto o un display touch.
The Physical Web segue dunque una strada diversa da quella tratteggiata, ad esempio, da ARM con il suo nuovo sistema operativo per IoT , una strada che in parte ricorda gli iBeacon di Apple e che vuole garantire una possibilità di interazione “nelle occasioni in cui le app native non solo una soluzione pratica”.
Alfonso Maruccia