Internet of Things, Microsoft e Intel ci sperano

Internet of Things, Microsoft e Intel ci sperano

Due dei pesi massimi del settore non fanno mistero di voler corteggiare maker e industria per prendersi una fetta della torta. Ci sono miliardi in ballo, che non possono lasciarsi sfuggire
Due dei pesi massimi del settore non fanno mistero di voler corteggiare maker e industria per prendersi una fetta della torta. Ci sono miliardi in ballo, che non possono lasciarsi sfuggire

Sarà il mantra che ci inseguirà fino alla fine del 2014 e, con buona probabilità, tutto il 2015: Internet of Things, dispositivi connessi gli uni con gli altri via rete e disponibili a fornire informazioni su ogni genere di attività legata ai loro proprietari. Un business destinato a crescere, e su cui sono in molti nell’IT ad aver posto lo sguardo: all’appello non mancano Microsoft e Intel, che alla seconda edizione della Maker Faire romana hanno approfittato per illustrare i rispettivi progetti al riguardo.

Per Intel è un po’ un bis rispetto a un anno fa: sempre nella Capitale un anno fa il CEO dell’azienda, Brian Krzanich, aveva annunciato l’esordio di Galileo, la prima board compatibile con la piattaforma Arduino prodotta dal chipmaker. Con un processore basato su tecnologia Quark, quindi con abbastanza potenza da mettere a disposizione di una gran mole di progetti, Galileo è stata oggetto di una massiccia campagna di donazioni di esemplari-demo a istituzioni accademiche, scuole e università: solo in Europa sono state regalate 20mila schede, un progetto open source che è stato anche rivisto e aggiornato alla seconda generazione nel corso del 2014 per rispondere alle richieste degli utenti.

Era già possibile intravedere l’obiettivo di Intel nel 2013, e nel 2014 è diventato evidente: con Galileo prima, e con il SoC Edison poi (che incorpora in un package ridotto un Atom 22nm e tutto quanto serve per l’I/O più comune), il chipmaker ha voluto mettere in piedi una piattaforma più snella della sua consueta x86, uno strumento adatto alla creazione rapida di prototipi e device sperimentali per far crescere l’adozione e la conoscenza dei suoi prodotti in un mercato emergente come quello dell’embedded, in quello della domotica, senza trascurare altri comparti che cresceranno sempre più di importanza come l’automotive. Poi c’è il capitolo wearable : anche lì Intel non si risparmia, e ha persino presentato un dispositivo recentemente, il MICA, che è un esempio di come secondo Santa Clara si possa unire lo stile (e l’eleganza di gusto nordamericano) con funzioni di monitoraggio personale, notifiche, in un apparecchio indipendente da indossare nella vita di tutti i giorni.

La questione è che nessuno ha ancora compreso appieno quale possa essere il ruolo di questi nuovi apparecchi nella vita di tutti i giorni, quali siano i reali bisogni dei consumatori e quali le soluzioni giuste per soddisfarli. Apple nel 2015 proverà a dire la sua con il suo orologio, in giro ci sono soluzioni che vanno dagli smartwatch con a bordo Android Wear ai vari smartbracelet che sono per lo più dispositivi fitness: la forma e le funzioni di questi apparecchi non sono ancora state scolpite nella roccia , non è neppure escludibile che il mercato decida di muoversi verso una direzione diversa, eliminando i prodotti indossabili dall’equazione e concentrandosi invece sui device onnipresenti nelle case e negli uffici (un po’ come nel sempre citato film Minority Report ), dove sono i dispositivi e gli schermi a reagire ed adattarsi alla presenza degli individui).

In ogni caso Intel con i processori della linea Quark, le schede Galileo compatibili con Arduino, e infine la piattaforma Edison pensa di poter dire la sua anche per quanto attiene questi nuovi mercati: le CPU dei PC andranno avanti per la loro strada, continuando a foraggiare le casse del chipmaker per molti anni, mentre questo nuovo approccio open con la conseguente apertura verso appassionati, studenti, scuole e università dovrebbe garantire agli strumenti di Santa Clara di mantenere rilevanza e importanza anche in un settore che va affermandosi gradualmente . Con il non trascurabile effetto collaterale di instillare o aumentare nei più giovani la passione per la tecnologia e gli studi scientifici.

Nella scia di questa strategia, si inserisce anche Microsoft: l’ annuncio avvenuto nel corso della Maker Faire riguarda essenzialmente la compatibilità di Windows con la board Galileo di seconda generazione , con la distribuzione di un’apposita immagine compatibile con l’hardware Intel. Si badi bene, non si tratta di vedere le finestre e le piastrelle di Windows 8 fare capolino da Galileo: quella in questione è una sorta di versione embedded della piattaforma Windows, che ricostituisce il bionomio Wintel anche su questa nuova classe di dispositivi. La forza di Galileo rispetto ad altre schede Arduino è senza dubbio la sua duttilità, ovvero la possibilità di utilizzare anche altri strumenti oltre ai classici della piattaforma open da cui trae origine e con cui è compatibile: avere a disposizione anche Windows significa poter impiegare gli stessi strumenti e le stesse tecnologie già conosciute, in modo tale da estendere anche al mondo IoT i servizi già noti e sfruttati altrove.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
7 ott 2014
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