Roma – Dieci anni di viaggio interplanetario, un risveglio delle strumentazioni di bordo “emozionante” e una fase di avvicinamento con contorno di scatti fotografici hanno portato la missione Rosetta vicino al raggiungimento dell’obiettivo finale: vale a dire atterrare sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko e studiarne il più possibile con la strumentazione a disposizione. Rosetta è attualmente in orbita attorno a 67P, e l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) comunica il distacco riuscito del lander Philae che è il componente a cui saranno deputati la maggior parte dei rilievi scientifici sulle caratteristiche della cometa.
Philae si è separato dalla sonda principale questa mattina alle 9:00 circa (GMT), e l’operazione è riuscita nonostante un errore di avvio che ha tenuto col fiato sospeso gli ingegneri del Centro Spaziale Operativo di ESA (ESOC) sito a Darmstadt, Germania. Inizialmente il computer di bordo principale non ne voleva sapere di avviarsi deputando il controllo a quello di backup, quindi il team di ESA ha risolto il problema con la più classica delle procedure di troubleshooting informatiche: spegnendo e riaccendendo la sonda il sistema ha preso a funzionare come da manuale.
Il lander impiegherà circa sette ore per raggiungere la superficie di 67P, con un atterraggio in streaming live anche su questa pagina previsto per le 16:00 circa (sempre GMT, le 17:00 secondo il fuso orario di Roma) e le prime immagini fotografiche catturate un paio d’ore prima. Le comunicazioni di Philae – telemetria di bordo e rilievi scientifici inclusi – vengono ritrasmesse dall’orbiter principale di Rosetta e impiegano circa 30 minuti per raggiungere la Terra, e per ora ESA ha “catturato” il suono in stile “Twilight Zone” emesso dalla cometa durante l’oscillazione del proprio campo magnetico.
Agli auguri per il successo della missione Rosetta partecipa anche William Shatner, meglio noto come il Capitano Kirk di Star Trek, mentre i ricercatori incrociano le dita e sperano nello storico atterraggio di Philae : la prima sonda umana a posarsi sulla superficie di una cometa avrà il compito di rispondere a domande fondamentali su questi sfuggenti corpi celesti, prima fra tutte la relazione effettiva tra l’amalgama di ghiaccio e fango di cui è composta 67P e la storia dei pianeti (Terra in particolare) del Sistema Solare.
Alfonso Maruccia