Mercato mobile, i numeri del 2014

Mercato mobile, i numeri del 2014

Gartner snocciola le cifre che sanciscono definitivamente l'era degli smartphone. Novità interessanti anche per le prime posizioni nella gara tra i marchi
Gartner snocciola le cifre che sanciscono definitivamente l'era degli smartphone. Novità interessanti anche per le prime posizioni nella gara tra i marchi

È iniziata ufficialmente l’era degli smartphone cinesi: i marchi asiatici occupano ora stabilmente 4 posizioni su 5 nella classifica delle aziende leader del settore secondo i numeri di Gartner , con le sole eccezioni di Samsung (Corea) e Apple (USA) a guastare la festa. Le tendenze però sono chiare: le aziende che hanno il proprio quartier generale nella Repubblica Popolare sono in ascesa , Apple tiene duro (anche grazie al lancio degli ultimi modelli di iPhone), Samsung deve cedere una fetta del suo primo posto.

Quello che Gartner sottolinea ripetutamente è l’evoluzione che sta affrontando il mercato : gli smartphone sono ormai il 66 per cento del mercato, vale a dire che la maggior parte dei cellulari venduti del pianeta sono ormai molto diversi dai terminali che un tempo si limitavano a telefonare e mandare e ricevere messaggi da 160 caratteri. I marchi cinesi sono in crescita, complice soprattutto il prezzo che riescono a proporre per terminali ben equipaggiati : un gran numero di acquirenti che non intende svenarsi per comprare uno dei due marchi più blasonati opta per un’alternativa made in China . Per quanto attiene le quote di mercato dei sistemi operativi ormai la partita è praticamente chiusa: Android è solidamente in testa, con oltre l’83 per cento dei consensi, ma iOS si mantiene a galla (anzi risale fino al 12,7 per cento) mentre Blackberry e Windows Phone perdono terreno.

Dei marchi censiti, due su tutti attirano l’attenzione degli analisti. Il primo è Xiaomi, in solida ascesa, che si piazza al quarto posto della classifica con un “modesto” 5,2 per cento ma tallonando da molto vicino Huawei al 5,3 e quintuplicando le unità vendute in un trimestre rispetto a un anno fa. Considerato che Xiaomi vende quasi esclusivamente i suoi smartphone in Cina , mercato ritenuto fondamentale per il futuro nel quale è leader assoluto, è un risultato davvero rimarchevole: Lenovo, che pure è ben messa in Cina, si vede scalzata in questa classifica proprio da Xiaomi pur avendo lei stessa incrementato di quasi 2,5 milioni le unità vendute nel terzo trimestre del 2014. Xiaomi deve fare i conti con alcune faccende relative alla proprietà intellettuale (l’ultima l’ha vista sconfitta da Ericsson in India ), e non è nuova a polemiche sulla somiglianza dei suoi prodotti con quelli altrui: tuttavia, nonostante ormai le news in questo senso non manchino , è evidente che la strategia aggressiva per aggredire un mercato difficile sta pagando.

Samsung è il secondo osservato speciale: il marchio coreano cede terreno sia per quanto attiene le vendite di smartphone che in assoluto nel mercato mobile , cedendo oltre il 25 per cento in Cina e vedendo impoverita anche la fetta di feature phone venduti in tutti i mercati. Che la situazione in casa Samsung fosse complessa si sapeva da un po’ , e l’azienda sta anche affrontando internamente una ristrutturazione per far fronte alle mutate condizioni di mercato, ma è in ogni caso molto significativo cosa sta capitando al marchio: la concorrenza cinese ha messo seriamente in difficoltà Seoul, che a questo punto è costretta a inseguire pur mantenendo un solida leadership che doppia il secondo in classifica e supera di cinque volte i volumi degli altri inseguitori.

Curioso quel che accade in casa Apple: Cupertino ha in commercio device costosi, quattro modelli attualmente a listino, ma ciò nonostante riesce a crescere di quasi 8 milioni di unità in un singolo trimestre grazie al successo di iPhone 6. Gartner si spinge addirittura a pronosticare un quarto trimestre record per la Mela, grazie all’accoglienza ricevuta dai suoi nuovi prodotti.

Vale infine la pena dare un’occhiata al quadro complessivo: mettendo nel calderone anche le vendite dei telefonini non smart, la faccenda diventa molto diversa sotto alcuni aspetti e non cambia affatto in altri. Samsung resta al comando, ma come detto la sua leadership cala (in termini percentuali dal 25 al 20 per cento), una sorte che l’ accomuna con Nokia che cala di 20 milioni il numero di unità piazzate in un trimestre pur restando al secondo posto. Apple come detto cresce, ed è di fatto l’unica azienda a vendere solo smartphone a piazzarsi sul podio: per raggiungere Nokia mancano solo cinque milioni di pezzi, e se i trend si confermeranno in futuro è facile pronosticare un simbolico e significativo sorpasso. Interessante la posizione ai piedi del podio, occupata da LG : segno che l’altra azienda coreana vende ancora un gran numero di feature phone, ma resta da vedere se riuscirà a tenere il passo delle cinesi nel prossimo futuro.

Luca Annunziata

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Pubblicato il 16 dic 2014
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