Francia: anno nuovo, nuova sorveglianza

Francia: anno nuovo, nuova sorveglianza

Con la legge di programmazione militare sono stati estesi i poteri di ingerenza nelle conversazioni private da parte delle autorità. I dati dei cittadini saranno accessibili e conservati in barba alle disposizioni europee in materia di data retention
Con la legge di programmazione militare sono stati estesi i poteri di ingerenza nelle conversazioni private da parte delle autorità. I dati dei cittadini saranno accessibili e conservati in barba alle disposizioni europee in materia di data retention

La notte di Natale il governo francese ha approvato il decreto applicativo dell’articolo 20 della Legge di programmazione militare, votata nel dicembre 2013, e tramite di esso ha esteso le condizioni e le modalità con le quali le autorità possono intercettare le comunicazioni dei propri cittadini.

Tale disposizione, infatti, permette dal primo gennaio 2015 al Ministero della Difesa, al Fisco e al Ministero degli Interni francesi di ottenere sms, telefonate e dati di connessione internet di ogni cittadino senza bisogno dell’autorizzazione di un giudice e senza dover precisare nel quadro di quale inchiesta i dati sono richiesti.

L’unica condizione è che l’ingerenza avvenga nell’affrontare questioni “di interesse fondamentale per la Nazione”: un’espressione tanto roboante quanto generica, che minaccia seriamente di concedere alle autorità francesi libero accesso ai dati dei suoi cittadini, una questione dunque assolutamente d’attualità.

Tra le rivelazioni dell’ex contractor di NSA Edward Snowden, infatti, vi sono le azioni compiute dall’agenzia di spionaggio a stelle e strisce anche in Francia, attraverso Prism : proprio in quest’ottica la CNIL ( Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés ) ha riferito che sarà importante inquadrare le nuove disposizioni.

Il tutto è stato approvato dal governo praticamente senza che si sollevassero in Francia opposizioni di sorta da parte della società civile, in barba alla decisione dell’8 aprile 2014 della Corte di giustizia dell’UE contro la data retention.

In particolare Parigi ha di fatto circoscritto l’intervento della CNIL impedendogli di portare una valutazione sull’articolo 20 (ex-art 13) della legge di programmazione militare, limitando la consultazione ad altri articoli meno controversi, e lo stesso ha fatto con il CNNum (Consiglio nazionale per il digitale), che nel 2013 è stato costretto a ricorrere a una consultazione interna per dibattere della questione.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 5 gen 2015
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