Il telescopio spaziale Kepler continua a sfornare scoperte a spron battuto, e questa volta si parla di cinque nuovi esopianeti rocciosi con dimensioni più o meno assimilabili a quelli della Terra. I pianeti orbitano intorno a Kepler-444, una stella più piccola del 25 per cento rispetto al Sole e distante 117 anni luce dalla Terra.
La principale caratteristica distintiva del nuovo sistema planetario è la sua età, perché secondo le osservazioni la stella Kepler-444 è vecchia 11,2 miliardi di anni, giusto un paio di miliardi di anni in meno dell’età complessiva dell’universo.
I cinque pianeti rocciosi sono grandi come Venere , e compiono la loro orbita intorno a Kepler-444 in meno di 10 giorni: prevedibilmente, si tratta di mondi troppo caldi per poter ospitare le forme di vita comunemente note all’uomo.
Secondo i ricercatori, il fatto che Kepler-444 sia così vecchia – in confronto ai circa 5 miliardi di anni di età del Sole e del Sistema Solare – è una dimostrazione di quanto comune sia la formazione di sistemi planetari, e quindi, in prospettiva, la possibilità dello sviluppo di vita intelligente.
Kepler ha permesso di aprire nuovi orizzonti nell’osservazione astronomica alla caccia di nuovi pianeti nella Via Lattea e in altre galassie, ma con l’avvento del prossimo grande osservatorio orbitale le scoperte dovrebbero moltiplicarsi ancora: il telescopio TESS (Transiting Exoplanet Survey Satellite) si dedicherà ad osservare stelle da 30 a 100 volte più luminose di quelle analizzate da Kepler, e dovrebbe portare all’individuazione di migliaia di nuovi esopianeti.
Le meraviglie del possibile nello spazio non si fermano ovviamente ai mondi rocciosi, e dall’osservatorio SuperWASP (telescopio terrestre specializzato nella caccia agli esopianeti) arriva la notizia della scoperta di un enorme sistema di anelli planetari che circonda il pianeta J1407b (intorno alla stella J1407), 200 volte più grande di quello di Saturno.
On approach, @NASA_Dawn captured our best view yet of dwarf planet #Ceres : http://t.co/T0jw8n7ond Orbit on March 6. pic.twitter.com/oh4UYrEGUI
— NASA (@NASA) 27 Gennaio 2015
Per i mini-mondi più vicini alla Terra, invece, la missione Dawn ha scattato un’ immagine ravvicinata del pianeta nano Cerere (dalla omonima dea romana del raccolto e della natura, assimilabile alla dea greca Demetra). “Ravvicinata” si fa per dire, visto che è stata catturata da oltre 230.000 chilometri di distanza, e comunque destinata a essere archiviata in favore di nuovi scatti ancora più definiti e particolareggiati man mano che la sonda si avvicinerà al suo obiettivo.
Alfonso Maruccia