Google e Uber, avanti con il pilota automatico

Google e Uber, avanti con il pilota automatico

Uber ingaggia una gara di velocità per le auto senza autisti, Google sorpassa il car sharing e punta dritto sull'auto indipendente
Uber ingaggia una gara di velocità per le auto senza autisti, Google sorpassa il car sharing e punta dritto sull'auto indipendente

Uber ha annunciato una partnership strategica con la Carnegie Mellon University per la creazione di un proprio centro di ricerca a Pittsburgh. Nello stesso momento in cui tramonta l’ipotesi di un investimento da parte di Google nel suo stesso settore, permettendo alla società del car sharing più utilizzata al mondo di esultare per lo scampato pericolo in cui sarebbe incappata se si fosse ritrovata a competere con Big G, Uber decide di entrare in competizione con Google nell’ambito delle automobili senza autista.

Proprio nelle scorse ore Bloomberg aveva dato voce a delle indiscrezioni che riferivano che Google fosse intenzionata a sviluppare un proprio servizio di car sharing, o almeno che stesse investendo nuovamente nel settore su cui aveva già puntato con un finanziamento da 260 milioni di dollari, proprio sul piatto di Uber .

L’eventualità della competizione, però, è tramontata : Google, dal punto di vista automobilistico, sarebbe interessata solo alla ricerca nel settore delle auto automatiche.

È Uber, d’altra parte, a volersi confrontare con Mountain View nel campo della ricerca, ed in particolare proprio sulla tecnologia per permettere alle auto di muoversi per le strade senza bisogno di un autista: verso questa direzione va l’ accordo con la Carnegie Mellon University.

Come spiega la stessa Uber: “La partnership servirà a stabilire un punto di riferimento per il confronto tra i responsabili della tecnologia Uber e gli studenti, lo staff ed i ricercatori dell’Università per fare ricerca e sviluppo nell’ambito della mappatura delle strade, nonché della sicurezza e dell’autonomia dei veicoli”.

Il business di Uber deve ancora confrontarsi con le regolamentazioni di mezzo mondo, e le autorità di paesi come l’ India hanno sollevato dei problemi proprio riguardo al mancato controllo dell’azienda sul background dei suoi autisti. Eliminando il fattore umano si eliminerebbe insomma uno dei principali ostacoli alla corsa di Uber. L’azienda, però, ha rassicurato i propri autisti: per molto tempo, negli anni a venire, sarà necessario che qualcuno impugni il volante, mentre i legislatori decideranno come regolamentare questa nuova frontiera che Uber ha scelto di esplorare.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
3 feb 2015
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