Raspberry Pi, 5 milioni di unità vendute

Raspberry Pi, 5 milioni di unità vendute

Importante risultato commerciale per la board di sviluppo a basso costo: niente affatto male per un prodotto non destinato al pubblico generalista. Ora Raspberry pensa al futuro, e guarda allo spazio
Importante risultato commerciale per la board di sviluppo a basso costo: niente affatto male per un prodotto non destinato al pubblico generalista. Ora Raspberry pensa al futuro, e guarda allo spazio

Raspberry Pi ha comunicato di aver venduto 5 milioni di unità della omonima board per lo sviluppo software su SoC ARM, un risultato che secondo Raspberry si configurerebbe come il record nella commercializzazione (all’utente finale) di “computer” sul mercato britannico.

La popolarità raggiunta dalla piccola scheda ARM per la programmazione hobbistica è indubbia, visto che il traguardo dei cinque milioni di “pezzi” venduti è stato raggiunto in appena tre anni: in questo periodo di tempo si sono avvicendati nuovi modelli e il supporto di colossi del software del calibro di Microsoft , mentre a restare invariati sono i prezzi per il modello più economico (20 dollari) e quello “extra-lusso” (35 dollari).

La versione originale di Raspberry Pi (Model B) è quella che ha venduto di più con tre milioni di unità in commercio, ha spiegato Raspberry, mentre il modello successivo (Model B+) uscito lo scorso luglio è arrivato a circa 1,5 milioni; le restanti vendite sono dei modelli economici (Model A e Model A+ ) e del nuovo Raspberry Pi 2 uscito a inizio mese .

Certo i numeri di una board di sviluppo hobbistico non reggono il confronto con l’attrattiva di prodotti commerciali consumer – ancorché di nicchia – come l’Apple Watch: in questo caso si parla di cinque milioni di soli preordini, su un gadget di cui nessuno conosce niente di concreto. Per quanto riguarda la dichiarazione roboante sul record di vendite di computer nel Regno Unito, poi, meglio soprassedere: Raspberry Pi è un “giocattolo” per sviluppatori, come lo stesso fondatore Eben Upton lo ha definito in un video recente , e nel passato molto meglio di Raspberry Pi hanno fatto Amstrad e Sinclair Research con i loro home computer. Che la tastiera ce l’avevano integrata, non da acquistare a parte.

Ma a Raspberry non mancano le ambizioni, come tra l’altro dimostra il nuovo progetto di spedire le board di sviluppo nello spazio e sulla Stazione Spaziale Internazionale. Per l’occasione, Raspberry Pi dovrà passare test impegnativi per la resistenza al vuoto, alle interferenze elettromagnetiche e altro ancora.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 18 feb 2015
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