Ebook, appello per l'IVA

Ebook, appello per l'IVA

Italia, Francia, Germania e Polonia chiedono alla Commissione Europea di ripensare alla tassazione dei libri digitali equiparandoli a quelli di carta
Italia, Francia, Germania e Polonia chiedono alla Commissione Europea di ripensare alla tassazione dei libri digitali equiparandoli a quelli di carta

Il Ministro della Cultura Dario Franceschini ha firmato , con i suoi omologhi francese, tedesco e polacco, un appello con cui chiede alla Commissione Europea l’equiparazione dell’Iva degli ebook a quella dei libri cartacei.


La questione è di quelle annose e spinose per l’UE: da ultimo la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha bocciato le misure con cui Francia e Lussemburgo avevano abbassato la tassazione sugli ebook, equiparandola a quella dei libri, e già nel 2012 Bruxelles aveva bocciato l’abbassamento delle aliquote sugli ebook da parte dei due paesi.

Secondo l’ultima interpretazione dei giudici “in materia di tassazione le regole UE “vietano la possibilità di applicare un’IVA ridotta a qualunque servizio fornito per via elettronica” ed inoltre non permettono di considerare gli ebook come beni, ma categoricamente come servizi.

Nonostante quella che appare una sentenza decisamente chiara, l’Italia, resta un fermo sostenitore dell’abbassamento dell’IVA: al grido di battaglia di “unlibroèunlibro” il Ministro della Cultura Dario Franceschini nei mesi scorsi si è fatto portavoce delle istanze di numerosi editori italiani, schierandosi a fianco ad Olanda e Francia e provando a spingere in Europa il cambio di rotta verso le aliquote abbassate per i libri digitali.

Per il momento la Legge di Stabilità ha portato all’ abbattimento dell’Iva sugli ebook dal 22 per cento al 4 per cento. Ma presto potrebbe portare ad una procedura di infrazione da parte dell’Europa nei confronti del nostro paese. Tuttavia Franceschini sta cercando di farsi sentire a Bruxelles e l’ultimo appello appare in effetti un tentativo quasi disperato per legare le istanze italiane ad un movimento più ampio.
In esso si legge che “è il contenuto che definisce il libro, non il modo in cui il lettore ne ha accesso” e che la modifica è necessaria per non creare una “discriminazione ingiustificata” che rischia di compromettere lo sviluppo di un mercato.

Ad accogliere con soddisfazione l’impegno di Franceschini, tra gli altri, c’è l’Associazione Italiana Editori (AIE): gli editori hanno riferito di essere “pronti a fare la nostra parte: abbiamo fatto il possibile per agevolarla e stiamo lavorando per rendere possibile una vera e propria campagna UE sul tema”.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
20 mar 2015
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