Net Neutrality, passaggio alla Camera

Net Neutrality, passaggio alla Camera

La proposta di Scelta Civica, dopo il dibattito del Bill of Rights italiano, fa il suo primo passaggio in Parlamento, delineando i principi di funzionamento di Internet e le eccezioni ammissibili ad una Rete neutrale
La proposta di Scelta Civica, dopo il dibattito del Bill of Rights italiano, fa il suo primo passaggio in Parlamento, delineando i principi di funzionamento di Internet e le eccezioni ammissibili ad una Rete neutrale

La Camera ha avviato l’esame della proposta di legge sulla net neutrality: presentata da Scelta Civica mesi fa, a prima firma Stefano Quintarelli, ha fatto il suo primo passaggio in Commissione IX.

“Il problema dei contenuti decisi a monte da chi crea o gestisce piattaforme – dice il deputato Pd Michele Meta, presidente della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera che l’ha supportata – limita di molto la libertà di scelta; la legge in esame interviene proprio su questo: da un lato stabilendo il principio della neutralità della rete, dall’altro introducendo misure per una maggiore separazione tra i servizi di accesso a internet e gli ulteriori servizi forniti dai medesimi operatori”.

La proposta di Legge parte dalle definizioni tecniche per poi delineare all’Art. 3 il principio della Neutralità della Rete : “Agli operatori non è consentito ostacolare, ovvero rallentare rispetto alla velocità alla quale sarebbe fornito a un utente nella stessa area avente la medesima capacità di banda e con accesso illimitato alla rete internet, l’accesso ad applicazioni e servizi internet, fatti salvi i casi in cui le misure che ostacolano o rallentano l’accesso siano necessarie, comunque per brevi periodi”.

La norma si concentra quindi sulle possibili eccezioni ammissibili , limitandole ai seguenti casi: ridurre gli effetti della congestione del traffico nella rete internet, a condizione che tipologie differenti di traffico siano trattate con le medesime modalità; preservare l’integrità e la sicurezza della rete Internet nonché il servizio del fornitore in oggetto o del terminale dell’utente finale; limitare la trasmissione a un utente finale di comunicazioni non richieste, previo consenso dello stesso utente; dare attuazione a un provvedimento legislativo applicabile all’utente o al sito ovvero a un ordine del tribunale competente.

Sembra, nella considerazione delle eccezioni, seguire dunque la strada del dibattito a stelle e strisce , come si specifica anche in un passaggio successivo: “Gli operatori possono commercializzare servizi a valore aggiunto di prioritarizzazione di classi di traffico nella rete di accesso per soddisfare una richiesta dell’utente riguardante il proprio segmento di rete di accesso. La richiesta dell’utente deve essere liberamente espressa, sottoscritta, anche on line, oggetto di un separato accordo tariffario e contrattuale rispetto al contratto di abbonamento alla rete internet e non condizionata né tecnicamente né economicamente a offerte sull’abbonamento generale ovvero ad altre”.

L’approccio è ben descritto da Stefano Quintarelli sul suo blog : “La neutralità della rete è una possibile soluzione ex-ante a potenziali vulnus a principi da tutelare: diritti civili e concorrenza.”
“Nella mia accezione – continua – una Rete Neutrale è quella in cui l’operatore rispetta questi principi, non condiziona le scelte degli utenti, orientando i comportamenti del mercato”. E per questo la normativa offre una definizione entro cui inquadrare il fenomeno ed i principi generali, in modo tale da non creare colli di bottiglia e possibili abusi di posizione dominante a cui gli operatori possono legare l’offerta di altri propri servizi o quella di ricchi concorrenti a discapito di piccoli operatori, nuove entità o personali progetti di impresa online.

Anche per questo “i diritti di cui al comma 1 non possono essere in alcun modo limitati o vincolati all’acquisto o all’utilizzo di alcuni software, contenuti o servizi da parte dei gestori delle piattaforme mediante strumenti contrattuali, tecnologici, economici o di esperienza utente”.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
8 mag 2015
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