Selezionare dei partner con cui collaborare per proporre ai cittadini della Rete un web scevro dalla pubblicità più invasiva fa parte di un modello di business lecito e accettabile, anche perché AdBlock Plus non serve un numero di utenti tale da far crollare il mercato dell’advertising online. È su queste basi che Eyeo, sviluppatore del popolare adblocker, ha conseguito un’altra vittoria al cospetto della giustizia tedesca.
L’azienda è da tempo osteggiata da editori e inserzionisti: intravedono in Adblock Plus un sistema estorisivo, che minaccia i loro introiti consentendo ai netizen di non visualizzare l’ordinario advertising che nutre i siti web ma solo gli acceptable ads approvati e certificati dalla partnership con l’adblocker, compresi in una whitelist. Essere inclusi nella whitelist, a patto di veicolare pubblicità riconosciuta poco invasiva, è gratuito per gli attori piccoli e medi, ma non certo per i colossi della Rete. Google, Microsoft e Amazon già hanno scelto di ignorare le ricorrenti polemiche e abbracciare il meccanismo per non essere tagliati fuori contribuire alla causa di Eyeo in vista di una Rete popolata di advertising che non sia d’intralcio ma di supporto per gli utenti. Gli editori tedeschi, invece, hanno scelto le vie legali.
Il caso valutato ora dal tribunale di Monaco ha visto protagoniste le accuse delle emittenti Pro 7/Sat 1 e RTL Interactive, gestrici di numerosi siti web: analogamente al contenzioso perso di recente da Zeit Online e Handelsblatt , editori di siti quali Zeit.de , Handelsblatt.com e Wiwo.de , e a quelli ancora in corso con Spiegel Online e Sueddeutsche.de e con Axel Springer , con la denuncia si chiedeva che la giustizia determinasse l’illiceità del blocco dell’advertising e della lista degli Acceptable Ads.
Il tribunale di Monaco non ha ravvisato nelle attività di Eyeo alcun meccanismo che attenti alla concorrenza sul mercato : gli utenti sono liberi di aderire o meno al servizio e decidere se visualizzare o meno la pubblicità, e AdBlock Plus, pur godendo di una certa popolarità , è ancora ben lontano dal costituire una minaccia per il modello di business dell’advertising online. Il giudice non ha avuto nulla da eccepire nemmeno riguardo ad una rivendicazione delle emittenti che ricorda da vicino quella delle TV statunitensi che tentavano di imbracciare il diritto d’autore per contrastare l’avanzata dei DVR che consentono di escludere la pubblicità dai programmi registrati: AdBlock non viola alcuna sfumatura del copyright .
E mentre le emittenti tedesche valutano la possibilità di ricorrere in appello per difendere il proprio mercato, la libertà di stampa e tutto quanto , Eyeo celebra la propria ennesima vittoria, “una vittoria per tutti gli utenti di Internet”, ai quali viene confermato “il diritto di bloccare l’advertising più invasivo, proteggere la loro privacy e, per estensione, creare la propria esperienza della Rete”. Ora, coglie l’occasione per ricordare l’azienda, anche per mezzo del nuovo browser Android .
Gaia Bottà