Datagate, ipotesi di complotto

Datagate, ipotesi di complotto

Dal Regno Unito giungono voci di cracking rispetto all'archivio di Snowden: Cina e Russia potrebbero aver avuto accesso alle rivelazioni non epurate dei dettagli più pericolosi. Ma mancano le conferme e si gonfia la polemica
Dal Regno Unito giungono voci di cracking rispetto all'archivio di Snowden: Cina e Russia potrebbero aver avuto accesso alle rivelazioni non epurate dei dettagli più pericolosi. Ma mancano le conferme e si gonfia la polemica

Secondo un’ esclusiva del Sunday Times Russia e Cina avrebbero avuto accesso ai documenti segreti dell’ex contractor dell’agenzia di spionaggio statunitense National Security Agency Edward Snowden.

Com’è noto Snowden, ora in territorio russo per fuggire alle accuse di tradimento di Washington, non ha pubblicato per intero i documenti trafugati alla sua ex agenzia, ma li ha emendati ed ha estromesso gli stralci che potevano compromettere la sicurezza degli agenti ancora coinvolti in operazioni in territori ostili.
Tuttavia Snowden, o i giornali cui ha demandato lo studio e la divulgazione dei documenti, sarebbe stato vittima di attacchi informatici da parte dei servizi di spionaggio russi e cinesi.

Secondo quanto riferisce il Sunday Times , ad accorgersi della falla di sicurezza sarebbe stato l’MI6 britannico, che avrebbe scoperto che almeno un suo documento riservato finito nell’archivio di Snowden sarebbe stato letto dagli agenti del Cremlino e che Pechino avrebbe scardinato la cifratura di documenti protetti ottenendo informazioni sulle tecniche di intelligence, nonché informazioni che possono permettere l’identificazione degli agenti britannici ed americani sul campo: per tale motivo le spie al servizio di Sua Maestà sarebbero state costrette a ritirare gli infiltrati sul campo in paesi ostili .

In realtà l’unica fonte a sostegno dell’articolo rimane quella segreta del Sunday Times , riguardo a cui emergono diversi dubbi, come sulla veridicità della notizia, che anzi è stata fortemente criticata dalla voce del Datagate Glenn Greenwald come emblema di un giornalismo superficiale e asservito alle necessità delle istituzioni: in questo caso ad essere interessati a far passare un tale tipo di notizia sarebbero proprio le autorità, preoccupate del sentimento pro-Snowden che si starebbe diffondendo presso la società civile.

Così, mentre la Germania archivia le accuse mosse in conseguenza delle rivelazioni circa le intercettazioni effettuate dagli agenti USA ai danni di Angela Merkel, la volontà delle istituzioni sarebbe ora quella di porre l’accento sui pericoli corsi dai propri agenti dislocati in territori ostili .
D’altra parte, oltre a varie dichiarazioni di autorità e funzionari anonimi, non vi sarebbero all’interno dell’articolo del giornale britannico conferme e fatti a corroborare il racconto che, anzi, sembra cercare di enfatizzare le dichiarazioni anonime raccolte: agenti russi e cinesi potrebbero non avere craccato l’archivio di Snowden, ma semplicemente “avrebbero informazioni” su di esso, come riferito dalla fonte citata.

Proprio per evitare che si addensino ombre sull’intera vicenda, e sul valore e l’impatto del Datagate, la storia del Sunday Times ha mobilitato osservatori e giornali : le autorità britanniche sono state chiamate in causa, affinché offrano risposte ufficiali.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
15 giu 2015
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