Russia: vietato guardarsi indietro

Russia: vietato guardarsi indietro

La censura blocca Wayback Machine, l'archivio della Rete reo di ospitare la copia cache di una pagina sgradita alle autorità del Cremlino
La censura blocca Wayback Machine, l'archivio della Rete reo di ospitare la copia cache di una pagina sgradita alle autorità del Cremlino

La Russia ha deciso di bloccare Wayback Machine, il servizio di Internet Archive che conserva le copie cache dei siti del passato.

Continua, così, la campagna di Russia per il controllo di Internet: Mosca, dopo essersela presa con i meme , e come nel caso dei meme, a innescare la misura sembra essere un singolo caso che dà fastidio alle autorità. Si tratta di una singola pagina, che sarebbe costata l’accessibilità in Russia all’intero archivio Internet .

La situazione è stata generata dalla decisione da parte del Procuratore Generale russo di rendere inaccessibile la pagina web dal titolo “Solitary Jihad in Russia” che prometteva informazioni sulla “teoria e pratica della resistenza partigiana” e che dichiarava la necessità di estendere la legge della Sharia “a tutto il mondo”.
Tale pagina è stata proibita dalla censura russa il 23 giugno: per rendere effettiva la decisione le autorità hanno ritenuto opportuno bloccarne anche le tracce conservate su Wayback Machine.

Dal momento che WayBack Machine ospita la copia cache di tale pagina, la piattaforma sarebbe di riflesso colpevole di ospitare contenuti estremisti e quindi il relativo blocco è giustificato dalle misure antiterroristiche: ma l’ordinanza vale per una sola pagina. Internet Archive utilizza però HTTPS per proteggere le connessioni dei propri utenti: ciò ha costretto alcuni ISP russi, per ottemperare alle richieste delle autorità, a bloccare l’intero sito ed i suoi oltre 485 miliardi di pagine conservate .

Con un modus operandi simile nel 2010 Mosca aveva ordinato il blocco generale di YouTube, reo di aver ospitato un filmato dal titolo Russia for Russians, giudicato dalla corte come un contenuto dai sapori fortemente xenofobi e razzisti.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 1 lug 2015
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