L'Italia fa un boccone di Popcorn Time

L'Italia fa un boccone di Popcorn Time

La Procura di Genova ha ordinato il sequestro di tre domini che incoraggiano al download del software che permette di fruire in streaming dei contenuti condivisi online su reti BitTorrent
La Procura di Genova ha ordinato il sequestro di tre domini che incoraggiano al download del software che permette di fruire in streaming dei contenuti condivisi online su reti BitTorrent

Popcorntime.io, Popcorn-time.se e Popcorntimeitalia.com risultano al momento raggiungibili dall’Italia, ma sono già stati investiti dall’ ordine di inibizione disposto dalla Procura della Repubblica di Genova : l’obiettivo è quello di complicare il download del software sviluppato per apprezzare in streaming i contenuti che circolano sulle reti P2P, in maniera potenzialmente illegale.

Popcorn Time

A diffondere la notizia è l’avvocato Fulvio Sarzana, che riferisce di come, in un momento in cui il mercato legale dello streaming video italiano si prepara ad affinare le proprie proposte, complice l’avvento di Netflix, la giustizia dello Stivale si sia accodata alle autorità di mezzo mondo che hanno ritenuto di dover contrastare la diffusione del servizio. Le disposizioni, segnala Sarzana, sono state emesse il 13 agosto e il 26 agosto dal PM in seguito alla denuncia di detentori dei diritti ancora ignoti, passate oggi alla Guardia di Finanza perché vengano messe in atto ad opera dei fornitori di connettività.

Pur essendo tutt’altro che risolutiva rispetto alla diffusione del software, ospitato su innumerevoli mirror, e totalmente ininfluente sugli utenti che già lo abbiano installato, l’inibizione degli accessi dei siti che propongono il download di Popcorn Time è stata decretata ad esempio nel Regno Unito dopo la denuncia da parte dell’industria del cinema, motivata con la necessità di spezzare gli anelli di un sistema integrato capace di offrire agli utenti uno strumento che incoraggia alla violazione del diritto d’autore proprio in virtù dei contenuti proposti parallelamente ad esso. Differente la soluzione adottata dai detentori dei diritti negli States, che hanno scelto di chiamare in causa gli indirizzi IP associati agli utenti che sono stati colti ad impiegare Popcorn Time per abusare di un’opera che circola illegalmente su reti P2P.

L’inibizione degli accessi, ricorda il team di popcorntime.io attraverso le pagine di TorrentFreak , è una disposizione poco efficace per arginare il dilagare del servizio: solo un mercato dei contenuti capace di rispondere alle esigenze degli utenti può rendere Popcorn Time superfluo. In un atteggiamento bifronte, poi, proprio sulla neutralità del software , semplice strumento nelle mani degli utenti, si incardina la determinazione degli sviluppatori degli innumerevoli fork che si sono affollati dopo l’ abbandono del progetto da parte degli sviluppatori originari del codice, atterriti dalla possibilità dell’intervento dell’industria dei contenuti. Anche i siti colpiti dall’ordine di sequestro della procura ligure ospitano disclaimer che, accanto alle proposte cinematografiche di cui fruire, avvertono l’utente delle proprie responsabilità e del fatto che attingere a materiale che circola in Rete senza l’autorizzazione dei detentori dei diritti si configura come un’azione illegale.

Gaia Bottà

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Pubblicato il 31 ago 2015
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