UK, 4 anni per i link pirata

UK, 4 anni per i link pirata

L'industria dei contenuti non cercava alcun risarcimento, ma solo una pena esemplare. L'ha incassata un giovane colpevole di aver gestito per anni dei siti in cui postava link a film in streaming
L'industria dei contenuti non cercava alcun risarcimento, ma solo una pena esemplare. L'ha incassata un giovane colpevole di aver gestito per anni dei siti in cui postava link a film in streaming

Paul Mahoney, ora trentenne, era stato accusato dall’industria di aver derubato 120 milioni di sterline (165 milioni di euro), mancati guadagni stimati sulla base del fatto che i suoi siti di link a streaming video FastPassTV e BedroomMedia, nei sei anni in cui sono stati operativi, sono stati visitati almeno 12 milioni di volte, da moltiplicare per le 10 sterline di un biglietto del cinema o di un DVD. Nei mesi scorsi ha ammesso di aver incoraggiato i cittadini della Rete a fruire illecitamente di contenuti protetti dal diritto d’autore e di aver racimolato 300mila sterline, oltre 400mila euro, con l’advertising ospitato sui propri siti. È stato condannato a una pena di 4 anni.

Mahoney aveva gestito FastPassTV e il forum BedroomMedia tra il 2008 e il 2013, anche dopo aver ricevuto la visita delle forze dell’ordine presso l’abitazione presso cui viveva con la sua famiglia nella contea di Londonderry, in Irlanda del Nord. L’operazione, frutto della denuncia della britannica Federation Against Copyright Theft (FACT), aveva determinato il sequestro del materiale con cui gestiva i propri siti e di 83mila sterline in contanti. Ciò non era bastato a dissuadere il giovane dal portare avanti la propria attività: semplice segnalazione e organizzazione di link a contenuti caricati su piattaforme di streaming.

Nel 2013 i siti sono stati chiusi, e il confronto in tribunale è stato avviato solo nel 2015. È presso la corte britannica di Derry che Mahoney ha ammesso le proprie colpe, forse auspicando che la giustizia si mostrasse clemente.
Nessuna richiesta di risarcimento è stata avanzata nei confronti del giovane operatore dei siti: FACT aveva previsto che l’esito del caso sarebbe bastato a supportare le istanze dell’antipirateria.
Così è stato: Mahoney è stato ora condannato alla pena di 4 anni, due dei quali da scontare agli arresti domiciliari.

Il giudice incaricato di valutare il caso ha ridimensionato i potenziali danni subiti dall’industria a una cifra di 12 milioni di sterline, sulla base del fatto che non necessariamente tutti gli utenti del sito abbiano fruito dei contenuti pirata e sulla base del fatto che non necessariamente ciascuno di coloro che ha fruito dei contenuti online avrebbe acquistato un biglietto per il cinema o un DVD se non si fosse rivolto ai siti di Mahoney. Questo non ammorbidisce però la sentenza nei confronti del giovane: “una condotta criminale di questa natura deve essere scoraggiata – ha dichiarato il giudice – e non c’è alternativa all’immediata incarcerazione per mostrare che questi comportamenti non restano impuniti”. È per questo motivo che il Regno Unito sta valutando la possibilità di assimilare la violazione del diritto d’autore in Rete alla contraffazione di beni fisici, così da poter dissuadere gli amministratori di siti come quelli gestiti da Mahoney con la minaccia di pene massime pari a 10 anni di carcere.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
14 set 2015
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