Tor ha il suo dominio ufficiale

Tor ha il suo dominio ufficiale

Le massime autorità di Internet hanno accolto la proposta di trasformare i domini .onion di Tor in TLD "speciali", uno status che dovrebbe garantire vantaggi sia per gli utenti che per gli operatori dei servizi raggiungibili nella darknet
Le massime autorità di Internet hanno accolto la proposta di trasformare i domini .onion di Tor in TLD "speciali", uno status che dovrebbe garantire vantaggi sia per gli utenti che per gli operatori dei servizi raggiungibili nella darknet

Importante riconoscimento di ufficialità per i domini .onion da parte di IETF (Internet Engineering Task Force) e IANA (Internet Assigned Numbers Authority), organizzazioni di controllo della rete telematica mondiale che hanno deciso di accettare la proposta di trasformare i server nascosti di Tor in domini di primo livello a carattere speciale.

Un indirizzo .onion corrisponde a un servizio accessibile solo all’interno della darknet di Tor, e d’ora in poi i domini corrispondenti verranno trattati dai client Web (e non solo) come i nomi di dominio “speciali” già registrati quali .localhost , .local , .test , .invalid , .example e altri.

La proposta che in buona sostanza legittimizza lo status della darknet più popolare era inizialmente arrivata dal ricercatore di sicurezza Jacob Appelbaum e dall’ingegnere di Facebook Alec Muffett: questo secondo caso rappresenta la continuazione di una politica “permissiva” nei confronti di Tor che il social network in blu ha già adottato l’anno scorso.

Grazie al nuovo status di TLD “speciale”, i servizi .onion potranno approfittare di nuove garanzie di sicurezza sia sul fronte remoto che dal punto di vista degli utenti: gli amministratori dei server potranno avere facile accesso ai servizi di fornitura dei certificati crittografici SSL/TLS, mentre gli utenti godranno di un grado di privacy superiore senza la necessità di interrogare i server DNS esterni durante il tentativo di accesso ai servizi “nascosti” di Tor.

Gli ingegneri e le autorità della Rete riconoscono ufficialmente lo status dell’infrastruttura di Tor, ma fuori da Internet la darknet continua a far paura soprattutto negli USA del Datagate: una libreria di Boston aveva deciso di creare un nodo Tor sulla sua rete, ma un paio di telefonate da parte di polizia locale e DHS (Departement of Homeland Security) hanno bloccato il progetto .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
14 set 2015
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