Popcorn Time, denunce fotocopia

Popcorn Time, denunce fotocopia

Nel giro di poche settimane, lo stesso studio legale ha depositato tre denunce nei confronti di numerosi utenti di Popcorn Time. Il software, si sostiene, è prova dell'intenzione di violare la legge
Nel giro di poche settimane, lo stesso studio legale ha depositato tre denunce nei confronti di numerosi utenti di Popcorn Time. Il software, si sostiene, è prova dell'intenzione di violare la legge

Sono tutte portate avanti dallo stesso legale, tale Carl Crowell, tutte depositate presso lo stesso tribunale di Portland nello stato dell’Oregon, tutte volte ad ottenere i riferimenti degli intestatari di abbonamenti corrispondenti agli indirizzi IP che si sono macchiati della condivisione di film su rete BitTorrent, con l’ausilio di PopcornTime.

Dopo la prima denuncia depositata nel mese di agosto per tutelare i diritti del film The Cobbler , e la seconda denuncia per i diritti del film Survivor , il terzo caso aperto contro ignoti utenti Comcast verte sulla violazione dei diritti della casa di produzione Dallas Buyers Club LLC per l’omonimo film, già oggetto di dibattuti procedimenti che avevano coinvolto manciate di indirizzi IP rastrellati sulle reti del P2P.

Sono dieci in questo caso gli indirizzi IP individuati, di cui i detentori dei diritti chiedono l’identificazione : sono già stati raggiunti dagli avvertimenti diramati dalla controversa RightsCorp nell’ambito del controverso nuovo servizio venduto all’industria per placare i timori che si accompagnano all’ ascesa di una soluzione immediata per lo sharing come Popcorn Time.

Secondo l’accusa, analogamente ai casi precedenti, gli utenti agirebbero “con il consapevole e espresso intento di agevolare i loro stessi atti di furto, e di facilitare i furti da parte di altri”. Popcorn Time, infatti, tenta di farsi scudo dalle rivendicazioni legali dell’industria dei contenuti informando l’utente del fatto che il software permette di fruire in streaming di contenuti che sono automaticamente condivisi dallo stesso fruitore: sono i contenuti scelti dall’utente, e la legislazione di riferimento, a determinare la legalità o l’illegalità delle azioni commesse con il supporto del software, di per sé strumento neutrale .

Se i disclaimer che campeggiano sui numerosi siti che ospitano i fork del software originario rappresentano per l’industria l’innegabile dimostrazione che gli utenti siano consapevoli delle proprie azioni, restano a parere del legale una cessione di responsabilità affatto valida: “Popcorn Time esiste per un solo ed unico proposito: rubare contenuti protetti da copyright”, ribadisce Crowell nella nuova denuncia, e secondo le leggi dell’Oregon il semplice download del software è equiparabile al “possesso di strumenti atti al furto o allo scasso”, considerato un illecito .

Spetta ora alla giustizia statunitense stabilire se Comcast debba procedere all’identificazione: in quel caso è probabile che i detentori dei diritti tentino di chiudere il contenzioso con una richiesta di risarcimento da corrispondere in sede stragiudiziale, secondo uno schema ormai consolidato.

Gaia Bottà

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Pubblicato il 24 set 2015
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