Ha fatto il suo esordio ufficialmente l’atteso Piano Nazionale Scuola Digitale, composto dal programma e dai bandi per spendere i fondi a disposizione per la scuola frutto degli stanziamenti previsti dal Governo e dai fondi europei a disposizione per il settore.
Presentato presso la Sala della Comunicazione dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini come “un piano di innovazione non solo infrastrutturale, ma anche di contenuti”, esso porta in dote un miliardo di euro in cinque anni in investimenti nel settore digitale, ovvero per “riposizionare il modello educativo nazionale all’interno di una società che ha il digitale come elemento pervasivo”.
Come spiega il Ministro Giannini: “Partiamo da una situazione per cui in una scuola su due la connessione Internet non raggiunge le classi. In questo quadro è la prima volta che un governo inserisce in una legge dello stato una politica così specifica e che mette la digitalizzazione e l’innovazione all’interno di una strategia nazionale”. In pratica il Piano prosegue la strada imboccata dalla riforma Buona Scuola : l’obiettivo è quello di continuare la trasformazione scelta nel nome della digitalizzazione e della modernizzazione.
Così, mentre con la Buona Scuola sono arrivati investimenti per cercare di far aggiornare il personale e per una riorganizzazione dell’istituzione (forse il punto più criticato), il Piano nazionale per la Scuola Digitale si articola in formazione, infrastrutture e contenuti.
Per la formazione assumeranno un ruolo rilevante i cosiddetti digital champion che insieme a dei tutor che saranno istituiti in ogni scuola opereranno da supporto ai docenti : questi saranno così seguiti (idealmente) lungo tutta la carriera per perfezionarne ed armonizzarne le competenze. Per tale compito sono stati stanziati altri 140 milioni oltre a quelli della formazione della Buona Scuola.
Per quanto riguarda le infrastrutture oltre a quanto già previsto nel piano banda ultralarga, il Piano per la scuola ha previsto 30 milioni di euro ogni anno (90 nel 2015) per la digitalizzazione che servirà a dare strumenti tecnologici agli istituti tra cui: banda ultra larga alla porta di ogni scuola (per cui sono disponibili 600 milioni di euro in 5 anni), ambienti digitali per la didattica e sistemi di amministrazione digitale per le segreterie.
Per questi ultimi due aspetti, nel dettaglio , saranno stanziati 80 milioni in tre anni per atelier creativi e laboratori per la competenze chiave e 140 milioni per “il rafforzamento in chiave digitale degli indirizzi professionalizzanti della scuola secondaria di secondo grado”, nonché stanziamenti ad hoc per creare spazi funzionali all’agevolazione dell’introduzione del “digitale leggero” legato ai device mobile portati dai singoli studenti.
L’impegno sul fronte dei contenuti , infine, dovrebbe dare subito i suoi frutti nel perseguire diversi obiettivi tra cui: creazione di identità digitali di studenti e professori su una piattaforma online; progressiva abilitazione di contenuti digitali che sostituiscano la carta muovendo dal basso e da reti di scuole; introduzione del coding per imparare a essere non solo utilizzatori della tecnologia.
Tutti questi stanziamenti sono oggetto del nuovo avviso pubblicato nell’ambito del Pon – Programma Operativo Nazionale 2014-2020 legato alla gestione dei fondi europei FSE e FESR e rivolto alle scuole del I e II ciclo, che avranno tempo fino al 18 novembre per presentare i progetti. “È essenziale – ha spiegato il ministro Giannini – che le scuole colgano l’opportunità dei nuovi bandi Pon che non riguardano più solo il Sud ma l’intero Paese”.
Claudio Tamburrino