TalkTalk, i costi del crack

TalkTalk, i costi del crack

L'operatore britannico che ha subito un'intrusione nel mese di ottobre mette nero su bianco i danni subiti in termini economici e di utenti persi
L'operatore britannico che ha subito un'intrusione nel mese di ottobre mette nero su bianco i danni subiti in termini economici e di utenti persi

Operazioni tecniche per irrobustire l’infrastruttura, promozioni per riparare ai danni, utenti sfiduciati che passando ad altri operatori: TalkTalk ha tirato le somme e ha stimato che le perdite da attribuire direttamente al cyberattacco subito nel mese di ottobre sono nell’ordine delle decine di milioni di sterline.

Nonostante le dimensioni della breccia siano state progressivamente ridimensionate dai 4 milioni di vittime dell’annuncio iniziale, e sia stato accertato che i dati personali trafugati si siano limitati a 156.959 utenti, il 4 per cento degli abbonati, la stima dei danni è al contrario cresciuta : in precedenza si erano previste spese per 35 milioni di sterline, salite ora a 60 milioni.

I costi da imputare all’aggiornamento dell’infrastruttura online per garantire maggiore sicurezza, alla assistenza da prestare a favore degli utenti e alle offerte riparatrici si calcolano tra i 40 e i 45 milioni di sterline, tra i 53 milioni di euro e i 60 milioni di euro. 15 milioni di sterline di perdite, circa 20 milioni di euro, sono invece direttamente correlate alle interruzioni dei servizi online a seguito del cyberattacco.

In termini di abbonamenti, l’operatore riferisce che dei 101mila utenti persi, 95mila siano transitati ad altri fornitori di servizi per la sfiducia generata a seguito dell’intrusione subita: in perdite economiche stimate, ciò si traduce in ulteriori 20 milioni di sterline, 26 milioni di euro.

La strategia adottata dall’operatore, che ha negato la rescissione dei contratti senza penali e ha invece dispensato a tutti gli utenti scuse e promozioni, osserva il CEO Dido Harding, sembra aver pagato: a partire dalla rinnovata fiducia nel brand, ci sono tutti i segnali che presuppongono il ritorno alla normalità dopo “un trimestre difficile dominato dal cyberattacco”.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
9 feb 2016
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